tag:blogger.com,1999:blog-54705979713053803142024-03-13T16:11:49.574+01:00Tutto è ARTEAdministratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.comBlogger78125tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-62146375149988492492011-02-26T12:13:00.005+01:002011-02-26T12:30:54.578+01:00Pillole d'Arte: Pablo Atchugarry<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimHS8DHN2hcIeZwjfTPSuP3KVff5dpZp_hOi0LJdP5xzzeAitxl18bUrtmNcD7FanXcRcZuWF3Ya-0vRCtksft_qbB9UD67hTYR1__fk80pbEtYEERhTAWcxAkOnEwct4jtvV6XdQ5yRuf/s1600/374.jpg"><img style="WIDTH: 133px; HEIGHT: 225px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5577958723903664882" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimHS8DHN2hcIeZwjfTPSuP3KVff5dpZp_hOi0LJdP5xzzeAitxl18bUrtmNcD7FanXcRcZuWF3Ya-0vRCtksft_qbB9UD67hTYR1__fk80pbEtYEERhTAWcxAkOnEwct4jtvV6XdQ5yRuf/s320/374.jpg" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjubTeQTM_niuY8O4cA281ErnA4FtR0-m6XB6b6vbT6inR7ZK0RO7TV04qx9978nhy4ViTdkL4gRPq4dUQCp42zJip7_zmStg0Bs5vHEfR5LZgUvLUYH6MW_KYXV1Y1P7UBgMQlHg91HKFl/s1600/40870-.jpg"><img style="WIDTH: 123px; HEIGHT: 168px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5577958851978054370" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjubTeQTM_niuY8O4cA281ErnA4FtR0-m6XB6b6vbT6inR7ZK0RO7TV04qx9978nhy4ViTdkL4gRPq4dUQCp42zJip7_zmStg0Bs5vHEfR5LZgUvLUYH6MW_KYXV1Y1P7UBgMQlHg91HKFl/s320/40870-.jpg" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHbtdxCUhTd4GGu97g9QIktD92g1q0F-cHDREXFmePda2v4AEAhMXvLZySQevGPYvItlF4y_ORJGiLPgR4GULW5nRQKF9rNe7UcR7cLjuvh0HaB3G7XLo2VvQ3muMMxGNh-EOAh34nXCRm/s1600/O269a.jpg"><img style="WIDTH: 119px; HEIGHT: 181px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5577958952721892530" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHbtdxCUhTd4GGu97g9QIktD92g1q0F-cHDREXFmePda2v4AEAhMXvLZySQevGPYvItlF4y_ORJGiLPgR4GULW5nRQKF9rNe7UcR7cLjuvh0HaB3G7XLo2VvQ3muMMxGNh-EOAh34nXCRm/s320/O269a.jpg" /></a><br /><br /><br /><div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com77tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-16937079788925980552010-02-01T18:13:00.003+01:002010-02-01T18:18:38.121+01:00Pillole d'Arte: Hermann Nitsch<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5m26dUx34ZYaLcTqVaN974pqYRAbmEZtIRQBI5VAy-08KAcd63DOLpoIvBxY6mZ0S6HvO103UNNO6HyOR5fwmldb8zDH5EY9x98tc12aL_0MC_rxW24s_lsxfvRwOfd0eIoVcDFmkKH-P/s1600-h/TKimg47750c252f7d0.jpg"><img style="WIDTH: 227px; HEIGHT: 160px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5433325378965752434" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5m26dUx34ZYaLcTqVaN974pqYRAbmEZtIRQBI5VAy-08KAcd63DOLpoIvBxY6mZ0S6HvO103UNNO6HyOR5fwmldb8zDH5EY9x98tc12aL_0MC_rxW24s_lsxfvRwOfd0eIoVcDFmkKH-P/s320/TKimg47750c252f7d0.jpg" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGJoy1KLo_Z2OX5y8h7O0vPp03OlmY-hq-qwu8njtnsc42FmJyfkXuecYlj3hcM5OVgEcjxzIzFxICID_fTU3TOOj6uAgvbh615MiQV6YqClIIX2Q8ez8Civsj3IQyrGdPOg-nGSD8Crfz/s1600-h/345342593_63c8d43642.jpg"><img style="WIDTH: 154px; HEIGHT: 208px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5433325507076121282" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGJoy1KLo_Z2OX5y8h7O0vPp03OlmY-hq-qwu8njtnsc42FmJyfkXuecYlj3hcM5OVgEcjxzIzFxICID_fTU3TOOj6uAgvbh615MiQV6YqClIIX2Q8ez8Civsj3IQyrGdPOg-nGSD8Crfz/s320/345342593_63c8d43642.jpg" /></a><br /><div><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Hermann Nitsch nasce a Vienna in Austria nel 1938. Fin dal 1957 concepisce, intimamente legato alla tradizione cristiana, il teatro dell'orgia e del mistero, "Orgien Mysterien Theater", una nuova forma di opera d'arte totale in cui, nel corso di sei giorni, si mettono in scena azioni reali e si coinvolgono tutti e cinque i sensi. Ideatore e fondatore di Arte in azione, è profondamente coinvolto nell'attività del gruppo, a Vienna, a partire dagli anni '60, incorrendo ripetutamente in problemi con la giustizia, a causa delle sue forti provocazioni. La prima Aktion sperimentale (Blood Organ) si svolge nel dicembre 1962 a Vienna e dura circa 30 minuti. Un uomo è incatenato come se fosse crocifisso e viene coperto con un lenzuolo bianco. L’artista versa sulla sua faccia del sangue che si riversa sul lenzuolo. Durante le sue performance – ad oggi oltre 120 - I primordiali istinti umani, che l’artista ritiene repressi dalle norme e dalle imposizioni sociali, riemergono prepotentemente. Ricorda i suoi esordi l’artista: “il colore della carne, del sangue e delle interiora era diventato importante. Dominava il rosso. Il monocromatismo assunse un ruolo arcaico. Tutto si orientava verso il colore dell’estasi, della vittima del sacrificio, della passione, del sangue, della carne”. Il modo in cui il sangue (o il colore) si fissano sulla superficie del telo, scorrendo liberamente verso il basso, sarà lo stesso in cui negli anni seguenti Nitsch crea gli Shuettbilder, o “dipinti versati” che caratterizzano la sua produzione. In queste opere, è forte il richiamo ai relitti di performance, ovvero i teli utilizzati durante l’azione, impregnati di sangue animale. I motivi degli oli su tela sono assolutamente ricorrenti. Non importa infatti l’originalità della rappresentazione, o la ricerca di elementi figurativi, ma piuttosto la ripetizione di un piano d’azione essenzialmente identico. Dal 1971 realizza rappresentazioni a Prinzendorf, sua residenza austriaca, attività che combina con esposizioni, conferenze e concerti in U.S.A., Europa e Austria. Nel corso degli anni il suo teatro di performance diviene via via più complesso. Vengono utilizzati animali, come agnelli e vitelli, provenienti dal mattatoio e sfuggiti al ciclo della catena alimentare. Questi capri espiatori vengono sacrificati su croci lignee e sviscerati durante un rito di espiazione collettivo a metà tra simbologia cristologica e pagana. L’artista orchestra le performance che durano anche sei giorni consecutivi, al pari di un sacerdote o di un direttore sinfonico. Il sottofondo delle Aktionen è infatti la partitura di sue composizioni, simili a litanie dei monaci ortodossi. Alla fine degli anni ’80 inizia ad utilizzare anche altri colori rispetto ai consueti nero, rosso e viola. Del resto il percorso artistico di Nitsch, simile ad un cammino spirituale, non può fermarsi solo alla pittura. I dipinti versati sono molto simili uno all’altro, e, allo stesso modo delle azioni, comunicano l’intenzione di far vivere un’intensa esperienza esistenziale. Nitsch ha esposto al Kunstverein di Colonia nel 1970, a Documenta V e VII di Kassel, alla Biennale di Sidney nel 1988, all'Akademie der Künste di Berlino nel 1993, al Centre Georges Pompidou nel 1994, allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1995. Il Palazzo delle Esposizioni di Roma gli dedica una retrospettiva l’anno successivo, cui seguono altre due importanti retrospettive al Konsthallen Goeteborg in Svezia e al Musee d’Art e d’Histoire in Lussemburgo. Negli ultimi anni si susseguono mostre antologiche, cui Nitsch alterna le sue infinite performances. Gli viene conferito l’Austrian State Prize in occasione della 122 Aktion al Burgteather di Vienna nel 2005. Nel maggio 2007 la città di Mistelbach, a nord di Vienna ha inaugurato un museo a lui dedicato, l’Hermann Nitsch Museum.</span></div></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-48755618258380658632009-04-10T16:09:00.004+01:002009-04-10T16:13:17.117+01:00Pillole d'Arte: Alighiero Boetti<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia11plynWYC7ptjDmfJdvIBnXhwdo44-_TA13svj0ooWwXrdOyNf5z4vElEJ2wU_TkR7onAYFP5Il1i4wJ6QkWsv4kQ3mvJ6aeTXactHmS4dhfNMMui9ppJ3ezFMjdwIvpUqsx3GT5Fvj2/s1600-h/boetti_afghanistan.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5323080511401950738" style="WIDTH: 165px; CURSOR: hand; HEIGHT: 236px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia11plynWYC7ptjDmfJdvIBnXhwdo44-_TA13svj0ooWwXrdOyNf5z4vElEJ2wU_TkR7onAYFP5Il1i4wJ6QkWsv4kQ3mvJ6aeTXactHmS4dhfNMMui9ppJ3ezFMjdwIvpUqsx3GT5Fvj2/s320/boetti_afghanistan.jpg" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipJpX34jxXQUkpEiTnB_mGZ93ok6GnPjRAHGYfF3kFPKtojGLCGgKZaxsCxm-ls8xYIbqOVjxACyWcnf0bnMN2YsQU-3S7nG1-9dTFaxOdTdfSsgSa_jD8zatBaw_13bI3bQemF7u89CVj/s1600-h/l%2527insensata%2520corsa.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5323080593634977602" style="WIDTH: 219px; CURSOR: hand; HEIGHT: 187px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipJpX34jxXQUkpEiTnB_mGZ93ok6GnPjRAHGYfF3kFPKtojGLCGgKZaxsCxm-ls8xYIbqOVjxACyWcnf0bnMN2YsQU-3S7nG1-9dTFaxOdTdfSsgSa_jD8zatBaw_13bI3bQemF7u89CVj/s320/l%2527insensata%2520corsa.jpg" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Alighiero Fabrizio Boetti nasce il 16 dicembre 1940 a Torino, in una famiglia originaria del Monferrato che può solo vantare ricordi di classe e agiatezza decisamente tramontate. Il padre Corrado è avvocato, la madre Adelina Marchisio è stata promettente violinista, ormai convertita alla vita domestica. Con il fratello maggiore, Gualtiero, Alighiero vive un'infanzia triste e stentata, dopo che il padre ha abbandonato moglie e figli. Studi approssimativi e svogliati, fino all'Università (Economia e Commercio), presto abbandonata. Energia mentale tutta spostata su altro, letture e fantastici sogni, compresi quelli che riguardano l' antenato Giovanni Battista Boetti nato a Piazzano nel ducato del Monferrato nel 1743, missionario domenicano a Mossul (l' antica città mesopotamica diventata metropoli cristiana nell' Asia Minore ottomana, oggi territorio iracheno ), il quale si era convertito all' esoterismo islamico persiano, il sufismo, e sotto il nome di "Profeta Mansur" guerreggiò contro l' imperialismo zarista nel Caucaso, dall' Armenia alla Cecenia. Così a diciassette anni Alighiero scopre l' arte tantrica alla Galleria Galatea e gli acquarelli di Wols alla Galleria Notizie. L'anno dopo, sempre da Luciano Pistoi, incontra l'opera di Fontana, poi gli americani Gorky e Rothko, i disegni di Henri Michaux e Cy Twombly nel '63. Nella Provenza francese, a Vallauris, il giovane Boetti compra di tanto in tanto ceramiche di Picasso e di altri artisti per rivenderle in Italia, un' attività di sopravvivenza che continuerà ancora per qualche anno. Nei due anni seguenti (fino al '64) scopre Parigi e vi soggiorna quasi in permanenza. Nel giugno il ritorno stabile a Torino. Nell' appartamento-studio di via Principe Amedeo, si dedica a grandi disegni a china nera su cartone, "costringendo" il proprio lirismo a ricalcare fredde sagome di vecchie "guarnizioni" di motori FIAT, creando effetti da incisioni attraverso concentrazioni variabili d'inchiostro. Vi inserisce, camuffandole, alcune scritte (lettere e cifre tipo targhe ). Poi passa a una serie di disegni come ombre nere stagliate: apparecchi industriali, lampade da scrivania, microfoni, cineprese e macchine fotografiche, cioè oggetti di registrazione, amplificazione e comunicazione. 1966. Lavoro intenso in solitudine, nel piccolo studio, un'ex portineria in via Montevecchio. Svolta radicale dalla carta all'oggetto tridimensionale, con materiali non pittorici. Questi primi lavori (vertevano sull'energia di "cose" che sfondavano un piano murale) si sono persi, tacitamente rinnegati. Vengono poi oggetti minimali, di cui alcuni esposti nel gennaio '67 da Christian Stein, altri a tutt'oggi sconosciuti, salvo ai frequentatori della collezione privata Stein. 1967. Con l'inizio dell' anno, l'uscita pubblica, senza alcun preambolo di partecipazione a mostrecollettive: una personale da Christian Stein. Nella profusione di idee, gesti e oggetti vi è già l'ossessione della scrittura e della bidimensionalità. Alighiero dirà nel '72 a Mirella Bandini: "A me la scultura o l'oggetto non ha mai interessato". Tra la mostra da Stein e la seconda personale (Galleria La Bertesca di Genova, a dicembre) partecipa a tutte le collettive che fondano l'arte povera, da Torino a Milano e Genova. 1968. Il 7 febbraio, seconda personale alla Galleria Stein, poi il 23 aprile, a Milano, altra personale da Franco Toselli con presentazione di Tommaso Trini. È della primavera '68 il fotomontaggio dei Gemelli: gesto creativo, a rischio della propria identità, quindi gesto generoso che confonde e travalica le barriere istituzionali della produzione artistica. Boetti fa stampare e spedisce Gemelli a una cinquantina di amici, con battute manoscritte più inventate di tanti slogan ideologici del momento. Da questa doppia immagine deriverà, qualche anno più tardi, la nuova firma "Alighiero e Boetti". La sua personale sovversione avrà sempre questa connotazione più dadaista che marxista, non porterà mai su qualche immediata funzione socio-umanitaria dell' arte, ma sullo statuto di incondizionata e irriverente libertà dell' espressione artistica: quando, nel caso della cartolina, la tecnica (non artistica), la quantità (indefinita) e il dono che ne viene fatto, tutto impedisce di stabilire un "pedigree" d'arte. È già avvenuto lo stesso con il misterioso Manifesto con nomi di artisti e segni codificati. Avverrà più tardi con i grandi fogli di Faccine, colorati da bambini, poi con le 150 serie di arazzetti di parole fatte quadrare, "multipli singoli" (secondo la sua impeccabile definizione) più volentieri regalati che venduti. Nel corso dell' anno partecipa alla ribollente situazione romana (Arco d' Alibert e Tartaruga), poi a Torino, Bologna, Trieste, mostre collettive a ritmo serrato. Eppure Alighiero è scontento, invaso da un senso di eccesso, fino alla " nausea" (dirà lui stesso) raggiunta con l' apparentemente felice appuntamento autunnale ad Amalfi, "arte povera, azioni povere". Segue una severa inversione di marcia. 1969.È l'anno della collettiva di Berna "When Attitudes Become Form" (a cura di Harald Szeemann). Il 19 aprile la mostra personale da Sperone presenta il lavoro elaborato nell' inverno 1968-1969, rivelando la profonda modificazione avvenuta: si tratta della vetrata Niente da vedere, niente da nascondere, "scultura" tutto sommato bidimensionale, poi la sagoma per terra Io che prendo il sole a Torino il 19 gennaio 1969; e al muro Ritratto di Walter De Maria, opera quasi invisibile (oggi dispersa), tra vetro e carta cartone. Una mostra scarna e silenziosa. Boetti dedica ore e ore di disegno ossessivo al Cimento dell'armonia e dell'invenzione, puro processo mentale trascritto su carta quadrettata (il primo esemplare si intitolava 42 ore ed era completato dalla registrazione del silenzio e di fievoli rumori durante il tempo di lavorazione). A luglio nasce il primo figlio Matteo. Inizio dei Viaggi postali: tra i "viaggiatori" virtuali, il piccolo Matteo, amici vari e personaggi mitici come Duchamp. 1970 . Si conclude la serie dei Viaggi postali. Preso gusto per l' andirivieni postale, Alighiero inizia i primi lavori basati su permutazione e combinazione di francobolli. Per tutta l' estate si ritira, accampato nella galleria milanese di Franco Toselli, chiusa per ferie: porta al suo sviluppo estremo il gioco speculare tra segni combinatori su una superficie quadrettata,avviato nel '67 su scacchiera di legno e poi con segni colorati su fogli da disegno, creando Estate '70, un rotolo di 20 metri, con migliaia di bollini autoadesivi. Lo stesso meccanismo colorato dà luogo a un progetto di piastrelle da bagno, che non troverà mai illuminato produttore. Alla fine dell' estate sogna, nella sua mania seriale, di mettere in ordine progressivo o decrescente persino la geografia: e scommette sulla classificazione dei fiumi del mondo, ben oltre i modesti elenchi proposti nelle enciclopedie. Alighiero è chiamato quell' anno nelle rassegne europee che fanno il punto sulla nascita dell' arte concettuale. A Lucerna, 31 maggio: la mostra "Processi di pensiero visualizzati" (a cura di J.-C. Amman ), interamente dedicata alla situazione italiana, è il proseguimento naturale di "When Attitudes Become Form", la differenza stando nel radicale passaggio da "attitudini" (anzitutto corpo, gesti e materiali) a "processi di pensiero" (puramente mentali). Alighiero invia cinque disegni-segni per il catalogo, che di fatto costituisce la mostra. A Torino, Galleria Civica d' Arte Moderna, 12 giugno: storica presentazione dei legami tra arte povera, concettuale e land art, in una mostra curata da Germano Celant. Infine a Roma, in novembre, il terzo grande appuntamento dell' anno per i giovani italiani: "Vitalità del negativo" (a cura di A. Bonito Oliva, Palazzo delle Esposizioni). Nella stessa stagione concettuale, ad Hannover, Gerry Schum presenta tra i video di artisti quello in cui Alighiero scrive sul muro contemporaneamente con le due mani. 1971. Alighiero termina un lavoro in progress avviato nel '67, legato alla geografia politica e all' informazione (come molte opere successive). In questo caso sono le sagome, ricalcate dalla prima pagina del quotidiano "La Stampa", dei territori in guerra nel mondo (per quattro anni, a contare dai "sei giorni" di Moshe Dayan nel giugno '67, fino al Bangladesh nel marzo '71). Esporrà da Sperone il 3 luglio le lastre di rame fatte incidere a partire dalle dodici tavole di carta. La legislazione degli eventi politici attraverso l' iconografia sommaria dei media, la trascrizione dell' incontornabile data del giornale, fanno di Boetti un cronista, un acuto testimone del suo tempo. Era da anni che si appassionava anche per le bandiere nazionali, mutevoli quanto la storia. Nel '69 aveva colorato ad acquarello e pastelli (con tutte le bandiere) una grande pagina d' atlante, la carta politica del mondo. Ma Alighiero è stanco del ritmo delle mostre, delle costrizioni organizzative. Inoltre si sono ormai affievoliti i forti legami interpersonali dell' inizio dell' arte povera. Un po' per caso, il 15 marzo parte per l' Afghanistan, dove rimane più di un mese. Sarà l' inizio di un rituale, due soggiorni all' anno fino al '79. A Kabul fa ricamare due pezze di stoffa con due date: data presunta della propria morte (nel 2023) e centenario della nascita. E' l' inizio dei lavori ricamati. A Kabul in settembre, porta con sé una grande pezza di lino sulla quale ha fatto proiettare da Rinaldo Rossi, l' amico grafico genovese, la mappa del mondo colorata secondo le bandiere nazionali (come nel precedente lavoro su carta). Ci vorrà un anno alle giovani ricamatrici afgane (della scuola diretta dalla signora Kandi) per finire il lavoro. E' durante questo secondo soggiorno che nasce l' One Hotel, un villino con giardino affittato nel quartiere residenziale Sharanaw, iniziativa allora facile, sotto la monarchia di Zair Shah. La gestione è affidata alla vocazionealberghiera del giovane Dastaghir, il quale suggerisce il nome, che piace molto ai gemelli Alighiero e Boetti. Ovviamente l' operazione frutterà soltanto e non sempre, la sopravvivenza di Dastaghir (in compenso la migliore stanza tocca all' artista durante i suoi soggiorni). Le sorti dell' albergo seguiranno quelle del paese. Verrà chiuso nel '79. 1972. Inizio dei lavori a biro con Mettere al mondo il mondo. Inizio dei ricami basati sulla quadratura delle parole, quadratura avviata nel '70 in ghisa, in pizzo ecc.: cosi nasce Ordine e disordine (la versione definitiva, un insieme di 100 pezzi, è del '73). In marzo nasce la figlia Agata. Presenza in importanti situazioni collettive: "De Europa" a New York da John Weber in aprile, poi a giugno Spoleto, poi la XXXVI Biennale di Venezia. Nuovi lavori postali, realizzati nei viaggi, perciò non più con francobolli italiani. Alighiero comincia a inserire nelle buste una serie di fogli da raccogliere poi in libri, o da esporre in pannelli alternati con quelli delle buste. Nell' autunno ci trasferiamo a Roma, a Trastevere. Le finestre dello studio danno su Santa Maria in Trastevere con il suo bel campanile. Prima di Natale un altro torinese, Gian Enzo Sperone, si installa anche lui a Roma e inaugura la sua nuova galleria, in piazza dei Santi Apostoli. 1973-1974. Il lavoro si dilata e si divarica. In parte viene delegato ad altre mani (lavori a biro, ricami) e ad altre teste per i lavori "aperti" (aggiornare le bandiere, seguire le scadenze dei telegrammi ecc.). Ma in gran parte viene realizzato dall' artista stesso: sia, quando è a Kabul, i disegni da inserire nelle buste e le permutazioni di francobolli (il culmine è la serie di 720 lettere da Kabul con altrettanti fogli rilegati poi in volume, il "libro di Dastaghir"); sia, quando a Roma, le esplorazioni dell' aritmetica, Storia naturale della moltiplicazione e successivamente Da mille a mille, o Alternando da uno a cento e viceversa, riprendendo la carta quadrettata abbandonata dopo il '69. Scoperta la bellezza dell' Umbria , acquista un vecchio casale, Casa Frati, nei dintorni di Todi. Diventerà il luogo di stabilità e continuità nel cuore del viaggiatore irrequieto. Boetti si afferma a New York con le due prime mostre personali negli USA: da Weber nel '73, da Sperone nel '74, poi nella prestigiosa selezione "Eight Contemporary Artists" al MOMA. Nel corso dell' estate 1974 esplorazione solitaria del Guatemala, donde riporta la serie di fotografie Guatemala, sul tema del sé e dell' altro. 1975. Omaggio a Pino Pascali, forse, oppure premonizione della prossima stagione politica italiana, Alighiero inizia l' anno con un beffardo intervento da bombarolo, nelle "24 ore su 24" all' Attico di Fabio Sargentini: 50 schizzi di bombe sommarie su fogli extrastrong. Poi via, per un lungo soggiorno a New York, con tutta la famiglia. Seconda mostra personale da Weber l' 8 febbraio, seminari universitari, progetti editoriali. Di ritorno in Italia, nuova tendenza nei lavori a matita: appaiono misteriosi emblemi come Giogo o Saint Patrick, vari "segni e disegni" (sarà il titolo della mostra alla Marlborough nel '77) i quali verranno ripresi nelle due grandi composizioni su carta velina, Collo rotto braccia lunghe e Gary Gilmore. In estate viaggio solitario in Sudan e in Etiopia (a Harrar, un omaggio al Rimbaud abissino), mentre la sua opera è presente alla XII Biennale di San Paolo del Brasile. In ottobre con Rinaldo Rossi intensifica il riordino, avviato già da tre anni, della profusione di disegni, foto, gesti e idee in vista di una grande "cartella-memoria" che si intitolerà Insicuro noncurante, con relativo "manualedi conoscenza" affidato a Giovan Battista Salerno. 1976-77. 19 maggio '76, Galleria Ugo Ferranti, Roma, presentazione della Cartella Insicuro noncurante. 31 marzo '77, Galleria dell' Ariete, Milano, presentazione dell' Orologio annuale, inizio di un altro regolare appuntamento con il tempo. In Aprile, al suo undicesimo viaggio in Afghanistan, porta con sé Matteo, otto anni, per un mese. Al ritorno lavora con il disegnatore Guido Fuga al trittico degli Aerei, che viene presentato il 29 novembre alla Galleria Il Collezionista di Roma. Prima di Natale esce finalmente il libro The Thousand Longest Rivers in the World, grazie a una tipografia di Ascoli Piceno. 1978. Antologica di Boetti alla Kunsthalle di Basilea (a cura di J.-C. Amman): quasi 60 pezzi, tra cui alcuni lavori oggi scomparsi (Dossier postale ad esempio), e le ultimissime opere. Tra queste, Gary Gilmore, Collo rotto braccia lunghe e il Libro dei fiumi. In quell' occasione è girato il film di Emidio Greco Insicuro noncurante, a tutt'oggi fondamentale film-documento (e non "documentario"). 1979. Un' annata sotto il segno del lutto. Inizia con la perdita della madre, Adelina, il 2 marzo (il grande disegno Regno musicale è un omaggio a lei). Finirà con la perdita del "suo" Afghanistan, a dicembre. Nel chiostro di Gavirate, il 5 maggio, Alighiero dà il via a un nuovo tipo di quei lavori "coreografici" da lui chiamati "personali collettivi": lavorare con tanti "omonimi" (anonimi/omonimi), far disegnare agli abitanti del paese i grafici di Alternando da uno a cento e viceversa... (in vista di un pavimento di piastrelle), far colorare da bambini le Faccine da lui disegnate e stampate come manifesto già nel '77. Sotto i portici del chiostro sono esposti, assieme ai fogli colorati dai bambini del paese, i due fogli di Faccine "capostipiti", quello di Alighiero e quello di Agata. A giugno,a Bologna, nella collettiva "Ars combinatoria", espone Kabul (720 buste affrancate, con il libro di Dastaghir). A settembre non è il "solito" viaggio in Afghanistan: sarà l' ultimo, e l' ultimo incontro con Dastaghir. A dicembre i carri armati sovietici occupano Kabul, chiudono le frontiere e l' aeroporto. Dastaghir, richiamato soldato, passerà invece dalla parte dei mujadin. Durante l' autunno, dopo la scuola, Agata, Matteo e Alighiero giocano, costruiscono il "parco degli animali" nello studio: opera senza fine, del tutto fortuita, allegra, ordinata quanto disordinata, colta per caso dall' obiettivo di Giorgio Colombo e cosi pubblicata in alcune riviste. 1980. Tra le mostre, una personale a New York, da Salvatore Ala, una collettiva a Londra, alla Hayward Gallery, "Constrution in the Art of 70's", in giugno la partecipazione alla Biennale di Venezia e una mostra personale a Tokyo (27 giugno). Ma il gusto di Alighiero per i paradisi artificiali giunge in quegli anni a condizionare fortemente l' andamento della sua salute, del suo lavoro e dei suoi affetti. Non a caso ciò avviene nel contesto sociale, a dir poco plumbeo, della seconda metà degli anni Settanta. E' passato per lui il tempo di trattare in congegni astratti il tema del tempo e della propria finitudine(come faceva con i telegrammi o con le date lapidarie). Ora è attento al tempo come conto alla rovescia, e alla "patologia" dell' immagine di morte nei rotocalchi. Si concentra ad esempio sul personaggio del bandito sardo Grazianeddu Mesina, con il suo allevamento di colombi nella cella della prigione, o su quello di Gary Gilmore (notando che ha la sua stessa età ), il condannato americano doppiamente trasgressore in quanto esige che la sentenza venga eseguita. Nell'opera a matita ricavata da questo caso di assassino assassinato, Alighiero aggiunge una serie di corpi, morti ammazzati, tratti dai giornali nei mesi successivi all' esecuzione di Gilmore. Non a caso, di questa sequenza da requiem fa parte il cadavere di Pasolini. Anche Alighiero è un trasgressore che sa assumere con un'eleganza per niente analgesica, il dolore che accompagna le proprie scelte. Accanto alle tragiche faccende umane appare il tema che diventerà per lui un lungo ciclo, La natura, una faccenda ottusa, una riflessione sulla disordinata proliferazione dei vari "regni" (già accennata nel '78 con Regno animale). 1981-82. Il suo lavoro si afferma in Francia: con un' importante antologica da Chantal Crousel a febbraio, poi nel quadro della grande mostra del Centre Pompidou "Identitè italienne - L' art en Italie depui 1959". In Italia due importanti personali: a Torino da Franz Paludetto, col titolo "ammazzare il tempo", poi a Roma da Mario Diacono. Ancora un appuntamento collettivo importante: "Avanguardia transavanguardia" di A. Bonito Oliva alle Mura Aureliane a Roma. Il rapporto coniugale si spezza tra l' 81 e l' 82. Nell' estate '82, alle Cinque Terre, mentre il suo lavoro è presente a Documenta 7 di Kassel, Alighiero ha un grave incidente d' auto che lo immobilizza per due mesi. 19843-84. Riprende a lavorare e le mostre s' infittiscono di nuovo: Roma, Torino, Milano, ancora Milano al PAC con Carla Accardi, e tra le collettive una rievocazione, al Kunstverein di Colonia, "Arte a Torino dal 1965 al 1983". Alighiero si entusiasma per il suo nuovo studio in via del Pantheon, di fronte all' amatissimo tempio che d' ora in poi ricorrerà nei suoi appunti e disegni e fornirà lo spunto per un libro collettivo di testimonianze e fotografie, Accanto al Pantheon. All'inizio del '84, nella mostra collettiva di Los Angeles "Il modo italiano", dislocata tra i vari campus della California University, realizza un mosaico murale permanente di 3 x 3 metri, traduzione in ceramica bianca e nera del meccanismo di Alternando da un a cento e viceversa, affidato al disegno degli studenti. Il 12 giugno partecipa a"Coerenza incoerenza dell' arte povera al 1984" (a cura di Germano Celant) alla Mole Antonelliana di Torino. Ritrova la collaborazione di ricamatrici afghane in Pakistan. L' anno si chiude con una personale a New York da Weber e con un' ampia retrospettiva "Alighiero & Boetti" (con la " &") alla Pinacoteca Comunale di Ravenna. In quell' occasione viene edito un libro-catalogo a cura di Alberto Boatto e Guido Natti, prima ricerca che documenta in modo puntuale l'insieme del suo lavoro. È da notare nella mostra la presenza dei due arazzi dei Mille fiumi (il verde e il bianco) e nuovi disegni-collages, in cui il fitto brulicare della "natura, faccenda ottusa" evolve verso un'armonia più lieve e felice ("giungle" di tigri, pantere, scimmie, rane, pesci e piscine di tuffatori), opere anticipate come "oeuvres recentès" durante l' autunno alla Galerie Eric Franck di Ginevra.1985-86. In occasione degli "Incontri internazionali d' arte" organizzati a Palazzo Taverna a Roma (maggio) Alighiero presenta 1984, disposto su dodici grandi fogli, con 216 copertine (18 x12) di riviste dell' anno precedente ridisegnate e omologate in bianco e nero. È la sistematizzazione di un procedimento avviato nel '76 e "rodato" nella sequenza Ottobre novembre dicembre 1983. Il 1985 è l' anno in cui tornano i nuovi arazzi ricamati a "Peshawar by Afghan people": Mappe dalle bandiere aggiornate, grandi scacchiere di lettere, la novità di Tutto e di alcuni ricami monocromi. Per una sorta di naturale bilanciamento, alle opere ricamate così lontano e con tempi dilazionati rispondono lavori su carta eseguiti totalmente dall' artista stesso. Compie un secondo soggiorno in Giappone dal quale trae alcune tecniche nuove, lavorando con un calligrafo. In agosto partecipa al festival "Lu presente" a Gibellina. Nel corso del 1986, oltre alla presenza per la terza volta alla Biennale di Venezia, molte mostre personali in musei d' Europa. In particolare allo Stedelijk di Eindhoven e al Nouveau Museé di Lyon-Villeurbanne con un' antologica che ritrova quello spirito di documentazione sistematica sulle proprie tecniche, già avviato nel 1976 con la "cartella" di cui la mostra riprende addirittura il titolo: Insicuro noncurante. 1987-89. Tra le molte personali e collettive, gli appuntamenti museali più rilevanti sono: "Similia Dissimilia, Modes of Abstraction" (Kunsthalle di Dusseldorf, poi a New York, Castelli e Sonnabend, tra '87 e '88); nell' 89 al PAC di Milano "Verso l' Arte povera". Infine a Parigi, Centre Pompidou e La Villette: "Magiciens de la terre" (maggio), che apre per lui il confronto con artisti appartenenti a tradizioni estranee alla cultura occidentale, e con un tipo di produzione che attinge all' artigianato e alla ritualità sacrale. E' in quell' ocasione che André Magnin noterà le complesse affinità con la poetica dell' africano Bruly- Bouabrè. In novembre al Museè de la Ville de Paris, "Art conceptuel". 1990-92. Nel marzo '90, Parigi, la Gallerie Pièces Uniques di Amelio-Brachot espone un intero pavimento in mosaico che riprende un disegno del '72, Passe - partout (in campo musivo, dopo l' esperienza californiana dell' 84, Alighiero ha lavorato con mosaicisti ravennati nell'88 in vista della collettiva "Mosaico e mosaicisti" al Castello Estense di Mesola). Maggio ' 90, sala personale alla Biennale di Venezia e Premio speciale della Giuria. In settembre si risposa con Caterina Raganelli. Il 16 ottobre è tra gli artisti invitati al Museè Cantini di Marsiglia nella mostra della collezione di arte povera del Museè National d' Art Moderne, Centre Pompidou. Nel corso dell' inverno 1990 -1991, due personali a New York (da Salvatore Ala in novembre, da John Weber in gennaio). Predilige nuovi strumenti lavorativi: fogli di carta formato commerciale o fax; cosi nasce la serie da lui chiamata Extra - strong. Ogni foglio è un microcosmo miniato, a matita, inchiostri colorati, collage e timbrature varie, come pagina di un codice, di un diario o racconto in corso. Per quanto riguarda la passione per l' informazione (giornali, riviste e rotocalchi), invece di far trascrivere immagini di copertine in disegni a matita (le sue serie annuali 1984, 1988...), preferisce ora lavorare da solo, senza assistenti disegnatori, fotocopiando in bianco e nero. Ma parallelamente ai lavori di piccolo formato realizzati strettamente in prima persona, "orchestra"ormai opere di dimensioni sempre più cospicue, implicando altre mani, molto tempo e un' organizzazione quasi manageriale. Si tratta di invenzioni concettuali precedenti, rinnovate dall' impatto con una diversa materia prima e con una scala mutata. Cosi nel '91, in Pakistan, intraprende la tessitura di cinquanta Kilim sul tema di Alternando da uno a cento e viceversa in vista dell' antologica del '93, nell' immenso hangar del Magasin di Grenoble: venti tessitori lavorano sui cartoni disegnati da studenti di trenta scuole francesi di belle arti. A Peshawar progetta persino la lavorazione "classica" del tappeto tipo persiano e disegna con i suoi assistenti un immenso primo cartone. Intanto è terminata l' ultima versione della Mappa, ricamata con le bandiere del mondo dopo la caduta del muro di Berlino. Sempre in vista della mostra di Grenoble programma un immenso lavoro postale basato su una progressione numerica che va da una busta con un francobollo fino a 506 buste con 39.976 francobolli. L'insieme costituisce un grande "carnet de voyage" di plichi viaggianti attraverso la Francia, gestito per settimane dal Museè de la Poste di Parigi. A molti Alighiero sembra affaticarsi, consumarsi nella sua grande regia e cedere ai vecchi demoni. Oltre a numerose personali in Germania, Austria e Francia, vengono esposti a maggio, nella galleria di Emilio Mazzoli a Modena, i dieci arazzi a quattro mani di Boetti e Paladino. A giugno Alighiero partecipa alla collettiva "Reperti" a Rio de Janeiro. Il 28 settembre si apre al Kunstverein di Bonn la retrospettiva "Alighiero e Boetti 1965 - 1991" che proseguirà a Münster e Lucerna. 1993-94. Nel febbraio '93, personale nella sede torinese della Galleria Christian Stein. Risulterà essere l' ultima mostra personale in Italia, esattamente come da Stein era avvenuta la prima, sempre a Torino, nel '67. Estate '93, Biennale di Venezia: più che al Padiglione italiano la presenza di Boetti si segnala essenzialmente nella mostra "Tresors de voyage" a cura di Adelina von Fürstenberg, con i libri di tela rossa presentati, quasi mimetizzati, nella biblioteca dei Padri Armeni nell' isola di San Lazzaro. Nel corso dell' estate gli viene diagnosticato un tumore. La sua scultura Autoritratto, proveniente per occasione da Sonsbeek, è presentata il 26 ottobre nella hall del Centre Pompidou, mentre egli prepara personalmente, forsennatamente, la mostra di Grenoble, dove sarà presente per l' inaugurazione il 27 novembre. Ancora una mostra a Bruxelles, Palais des Beaux - Arts: "Alighiero e Boetti, origine et destination", il17 febbraio '94. Il 24 aprile 1994 Alighiero si spegne nella sua casa in via del Teatro Pace a Roma. L' autunno a New York si trasforma improvvisamente in una celebrazione postuma della sua opera, presente contemporaneamente in quattro mostre inaugurate tra il 4 e il 9 ottobre: "Worlds Envisioned", "dialogata" tra lui e l' altro "magicien de la terre" Frédéric Bruly Bouabre al Dia center for the arts; la personale al PS1 di Long Island, "Alternating from 1 to 100 and Viceversa" (in provenienza dal MOCA di Los Angeles);la mostra tematica "Mapping" al MOMA e "The Italian Metamorphosis" al Guggenheim. New York ancora gli rende omaggio nei mesi successivi con la doppia mostra "Boetti / Richard Long" alla Peter Blum Gallery (febbraio '95) e con la presentazione dell' Autoritratto, la scultura - fontana, alla Sperone Westwater (marzo).</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com42tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-61641246915795206302009-01-05T17:17:00.002+01:002009-01-05T17:21:38.130+01:00Pillole d'Arte: Piero Gilardi<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMlwDaMJggBwtAr4bIpOV0wtj1vhaAnmJGcVwSz_INfm4z8F1bw1pze-hAyII1SHhBxZo2XmGCBRmVPu97A_5_oRwowci-RjycpjmyDNPoKjhGYILo68z1q3HOkZBJcaUQgVzpLN8siJgb/s1600-h/Gilardi_IMG_4822.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5287844979481928386" style="WIDTH: 211px; CURSOR: hand; HEIGHT: 180px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMlwDaMJggBwtAr4bIpOV0wtj1vhaAnmJGcVwSz_INfm4z8F1bw1pze-hAyII1SHhBxZo2XmGCBRmVPu97A_5_oRwowci-RjycpjmyDNPoKjhGYILo68z1q3HOkZBJcaUQgVzpLN8siJgb/s320/Gilardi_IMG_4822.jpg" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0qXLBRgm-p5c7a0jc4PKDckLtz0zpBoYMmj2OFZUzdOUGH2cn5Fn8ac8T0VsJeU2kZ-Hbb3_MFXvWFXQvCRovvQ8oiMtFOauD40dJxNHMNrUF7FnnY-0GRNg_bbIG78p4Nio4IVJmcVY0/s1600-h/12895742-spiaggia-piero-gilardi_big.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5287845429483758018" style="WIDTH: 170px; CURSOR: hand; HEIGHT: 152px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0qXLBRgm-p5c7a0jc4PKDckLtz0zpBoYMmj2OFZUzdOUGH2cn5Fn8ac8T0VsJeU2kZ-Hbb3_MFXvWFXQvCRovvQ8oiMtFOauD40dJxNHMNrUF7FnnY-0GRNg_bbIG78p4Nio4IVJmcVY0/s320/12895742-spiaggia-piero-gilardi_big.jpg" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Gilardi is an international artist who started working in the 1960s with the group Arte Povera and Pop Art carring on following his instinct and creating a link between the different generations of artists.He entered the collection of the gallery after the show dedicated to Mondino in 2005 in a moment of great success for the artist.His artworks are ieces of bushes, forests and part of nature to show inside a house inside vitrines. Inside his Plexiglas boxes a piece of nature as realistic as possible, flowers, rocks, small rivers, etc. The idea given is that is not a representation of nature but it is real nature to be put in a domestic environment.</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-92180103341415148132008-12-04T19:21:00.003+01:002008-12-04T19:24:28.940+01:00Pillole d'Arte: William Xerra<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEN98D84KiwXXHCot4uWimcUMetUsJOMyfTw9bfBiFAeZv7ppeoUwpzWgMpNOXq5WIoUHVSGQK9-wClomR2eo8Jzh7anu5sg0BN3pPcEPZuYqNivt7On0M0Lixrn48s6qGAviyjQTJsTri/s1600-h/lovers.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5276002035876238498" style="WIDTH: 182px; CURSOR: hand; HEIGHT: 252px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEN98D84KiwXXHCot4uWimcUMetUsJOMyfTw9bfBiFAeZv7ppeoUwpzWgMpNOXq5WIoUHVSGQK9-wClomR2eo8Jzh7anu5sg0BN3pPcEPZuYqNivt7On0M0Lixrn48s6qGAviyjQTJsTri/s320/lovers.jpg" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLO-evsirb3N6QLciICNHMa-qLdFPKiOqnZk6ogPcsWfs_BslGlL8WPcHBU6NXqKKTo2eZpQ7MQEG3H8_GFjd3xE8ys8TncOwtOzrcBiqThXSUzUdHoDnPbMHC_w4bFadx2TgZDO0Hr-iq/s1600-h/quadro-scont_10.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5276002202006404402" style="WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 145px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLO-evsirb3N6QLciICNHMa-qLdFPKiOqnZk6ogPcsWfs_BslGlL8WPcHBU6NXqKKTo2eZpQ7MQEG3H8_GFjd3xE8ys8TncOwtOzrcBiqThXSUzUdHoDnPbMHC_w4bFadx2TgZDO0Hr-iq/s320/quadro-scont_10.jpg" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">William Xerra è nato a Firenze nel 1937, ha studiato al Liceo e all’Accademia di Belle Arti di Brera dove attualmente è Visiting Professor. Vive e lavora a Ziano Piacentino. A metà degli anni Sessanta la parola scritta si pone come elemento fondante dell’opera dell’artista, che caratterizza quasi tutto il percorso del primo Xerra, che si conclude all’inizio degli anni Settanta nel segno “VIVE, logo tipografico che accompagna tutta l’opera dell’artista. Il suo incontro con la poesia visiva si colloca verso il 1967, anno in cui Xerra frequenta intellettuali ed esponenti del “Gruppo 63” che operano tra poesia ed immagine, da Emilio Villa a Corrado Costa, da Antonio Porta ad Adriano Spatola. Degli inizi degli anni Settanta sono: “La Verifica del Miracolo” con Pierre Restany, “Le Buste Riflettenti”, “l libri – oggetto, l’intervento sulle lapidi dismesse” e “I Poemi – flipper” eseguiti con il poeta Corrado Costa. Quando, agli inizi degli anni Ottanta, Xerra “ripensa” alla pittura, tutte queste esperienze tornano nel quadro, inteso come luogo di raccolta incessante di azioni, citazioni, “appunti”. Filiberto Manna lo conferma, nel 1987, uno dei Maestri italiani della pittura-scrittura-pittura.</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-19970108964888205982008-11-11T00:25:00.002+01:002008-11-11T00:29:07.149+01:00RESTART<p align="left"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9GH4LV0RSdIrZY7j7Hj5Jf0WZSfgsUmnLhdy0AHrun3grQh6UEIz1WlRr2elgaS3KtsTN67qseujgNyePiAZ6cC-cdN4TEwlgBcn06gvpSZiP1xeovnk6s13tp8rZfCt9S8EloyZfyVde/s1600-h/B.O..JPG"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267174778115506578" style="WIDTH: 267px; CURSOR: hand; HEIGHT: 184px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9GH4LV0RSdIrZY7j7Hj5Jf0WZSfgsUmnLhdy0AHrun3grQh6UEIz1WlRr2elgaS3KtsTN67qseujgNyePiAZ6cC-cdN4TEwlgBcn06gvpSZiP1xeovnk6s13tp8rZfCt9S8EloyZfyVde/s320/B.O..JPG" border="0" /></a></p>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-14935057337473117792008-09-20T10:59:00.003+01:002008-09-20T11:22:33.509+01:00Pillole d'Arte: Carlo Pace<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGDOovYGMVY47tB2U3SAqtGeKczELsYUXXgbVwMKKL1Md9ufEgOfJSq0CP5cLz2Ei71qOP6aFPiW5PXUEnApj1qQMwl1TDsO-sbBnUbsN1znKPXdqc1tw_5cnTvZ0vwJmJpkR1AUuXPg9K/s1600-h/carlo+pace.bmp"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5248046380910454770" style="WIDTH: 205px; CURSOR: hand; HEIGHT: 138px" height="153" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGDOovYGMVY47tB2U3SAqtGeKczELsYUXXgbVwMKKL1Md9ufEgOfJSq0CP5cLz2Ei71qOP6aFPiW5PXUEnApj1qQMwl1TDsO-sbBnUbsN1znKPXdqc1tw_5cnTvZ0vwJmJpkR1AUuXPg9K/s320/carlo+pace.bmp" width="226" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu4PREn1Ne0nCF-IhXoFsIQZFO4kQST_uAWQGM95r2XZUua20UCmuqKnG-AVf3GIlnsVCsEkqujncMx7nWovuQZs9yLffmidRUuzn39dSQwwOa4OidLxB8RoKXD848fvk-FzK6zXcv_aGq/s1600-h/carlo+pace2.bmp"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5248046275690385090" style="WIDTH: 182px; CURSOR: hand; HEIGHT: 126px" height="141" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu4PREn1Ne0nCF-IhXoFsIQZFO4kQST_uAWQGM95r2XZUua20UCmuqKnG-AVf3GIlnsVCsEkqujncMx7nWovuQZs9yLffmidRUuzn39dSQwwOa4OidLxB8RoKXD848fvk-FzK6zXcv_aGq/s320/carlo+pace2.bmp" width="227" border="0" /></a><br /><div><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">“Quando ero ragazzo mio papà conosceva tutti i pittori di un tempo, quelli che contavano. Gli spazialisti. Sono nato nel periodo in cui si è sviluppata la corrente informale legato allo spazialismo. Ho frequentato lo studio di Fontana. E sono entrato subito nella mischia. Ritengo di essere sempre stato un contestatore. Mi piaceva andare al cinema a vedere i film di Marlon Brando”. Continua Pace, e ci svela quella che per lui è stata una fortuna “Ho avuto una fortuna nella vita: possedere l’incoscienza di non aver dietro le spalle una storia e degli insegnanti”.Nel 1962, il suo periodo informale. “Il SEGNO è la cosa peculiare per il mio lavoro. La mia è stata una figurazione molto personale per circa dieci anni. Ma non sono stato capito. Tante volte mi sono sentito un pesce fuor d’acqua”.Nel 1972-1973 il desiderio di ricerca “Ho svolto un’indagine su Lucio Fontana. Pollock è un grande. Fontana ha distrutto tutto. La pittura dopo Fontana era finita”.Racconta Carlo Pace: “Nel 1973, la mia vita contro Fontana. Lui con (un) IL gesto aveva distrutto il quadro. Nell’esigenza di ridare una dimensione al quadro stesso”. Per me il senso non è lavorare per il quadro in se ma per continuare il discorso nella storia dell’arte”. Un anno importante per Pace è il 2000. “Nel 2000 nascono le cuciture. Spine dorsali di filo”. Ma cos’è la pittura si chiede Pace? Che al tempo stesso si risponde: “Uno si alza la mattina. E’ contento, prende la sua tela e inizia a disegnare il paesaggio. Io la mattina mi alzo sempre incazzato. E non posso mettermi li a dipingere il paesaggio e l’alberello. Di quadri così potrei crearne 10 al giorno. Considero ormai finita la pittura ad olio”. Ma un bel giorno Pace ritrova un pezzo fatto su carta vetro nel 1970. E lo riprende. “La carta vetro è la faccia, la pelle del quadro. La nuova pelle. Pittura identificata alla persona fisica. Dove il colore è parte della pittura e del quadro. Un modo di lavorare fondamentale per me quello con la carta vetro. Mai usata da nessuno. Un’innovazione importante. Ora ho trovato, oltre alla carta vetro classica una carta vetro da ricreare sulla tela. Sono tutte esperienze. Anche se ho sempre ripensamenti quando mi addormento pensando alle mie tele. Mi piace passare vicino ai miei quadri, ruvidi. Sono del parere che un po’ di fortuna poi ci vuole nella vita. E capita se trovi l’elemento giusto”. La GRANA con cui viene fatta la carta vetro si trova in tutti i colori. A noi colpisce quella bianca. Candida. “La musica mi piace. Non a caso i FONEMI sono tutti un discorso musicale”. E continua “Ho tante idee in testa. Tante. Disegno anche bene” e ci mostra disegni creati con la china, bellissimi, del 1953, che Pace definisce “Elogio al bel segno. Alcuni artisti fanno sempre lo stesso segno. Io credo di modificarlo”. Il 1977 è l’anno delle anatomie. Nella sua lunga carriera Carlo Pace ha utilizzato davvero qualsiasi materiale possibile per realizzare le sue opere. Anche la lavanda vaginale “Che brucia il foglio. O la carta assorbente nel 1979 con lo smalto: il suo odore non passa mai. Del 1992 lo smalto su cartoncino. Ho usato di tutto. Qualsiasi cosa”. Poi, con sguardo vivace ed un ghigno sornione aggiunge “L’unica cosa che non ho fatto sai cos’è stata? Cercare di farmi un nome. Una notorietà. Me ne sbattevo. Come adesso”. A breve sarà allestita una mostra antologica con le opere di Pace ad Alessandria, con monografia, al palazzo della Regione. Successivamente i quadri di Pace saranno i protagonisti di una mostra a Milano, alla galleria d’arte Cafiso. Qualcosa in programma anche a Vercelli, ma per ora top secret.Entriamo poi nel bunker, una stanza dall’altro lato del cortile, sorvegliata da un guardiano particolare, un manichino in legno. Ad accoglierci la tela intitolata “Occhio del quadro”. Poi tante spine dorsali , carta vetro dura, nero che predomina, nero tutto nero. Quello degli anni 70 è stato un periodo nero. E quando si parla di periodo nero, il nero è veramente nero, non c’è luce o spazio per nessun altro colore. “Ho usato anche l’olio da macchina bruciato. L’ennesimo di una serie di esperimenti che si sono ripetuti uno dopo l’altro. Poi la carta crespa, a formare una figura a soffietto. Nel decennio che va dal 1962 al 1972 ho creato delle figure che, a guardarle, possono esser sia maschi che femmine. Sono figure, e colori, a tinte forti. Pensare che all’epoca ne ho venduti tanti ed alcuni sono stati posizionati nelle camere dei bambini. Anche se non erano nati con quello scopo. A pensarci” dice ridendo “potrei affermare di aver creato i viados prima del tempo”.Alza lo sguardo Carlo Pace. Ruota la testa a destra e sinistra. Osserva le pareti. Tutto quello che ci circonda “Qui dentro c’è la mia vita”.</span></div><div> </div><div><span style="font-family:Times New Roman;">(UN GENIO, ndr)</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-42292018327425926292008-07-07T08:15:00.003+01:002008-07-07T08:20:02.340+01:00Where ignorance is bliss, 'tis folly to be wise<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAMBBtcrj7aNYAsCay8LEKXT0ltYtH3oM2klar8F3PY4SP3SagEqVTdSpb39OAh1dHwvDZ9CGcgriW8_cIOP6zIoV5OpzVgMBPBAbq7vsoT24kUmNuQjyPY1Z4nMG_tUG4UHYHqItTCB1u/s1600-h/In+the+country+of+the+blind+the+one-eyed+man+is+God.bmp"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5220167756543325730" style="CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAMBBtcrj7aNYAsCay8LEKXT0ltYtH3oM2klar8F3PY4SP3SagEqVTdSpb39OAh1dHwvDZ9CGcgriW8_cIOP6zIoV5OpzVgMBPBAbq7vsoT24kUmNuQjyPY1Z4nMG_tUG4UHYHqItTCB1u/s320/In+the+country+of+the+blind+the+one-eyed+man+is+God.bmp" border="0" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_gDKGuei61pmN6tByWMb5S9RbIHTd_uG7cmWVbcl4KkMrrSocLyN8OJfs7aXLl9kMc-uHT7K9vQDdJHNL1g1JyXQC75PwfkrMMPEobFc36EgRpkSrUDmeYlF8hQFyYN_pydoUogjgcQN6/s1600-h/In+the+country+of+the+blind+the+one-eyed+man+is+God.bmp"></a><br /><br /><div></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-28518861660291648692008-07-04T13:33:00.002+01:002008-07-04T13:35:09.329+01:00Untitled (2008)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAHmWjxULzje2Q3Wbp8a-DVv8VBkeLKudPUIMQe_zRDyRJobC7zVStY1lngAihcEMAwTHqlwkOtGo_VzDF3MAY-SWUEgcMt9xhwdQ4DaH23DdkikBkmhS7THLloKL-XlULKYv7hhw_tqZu/s1600-h/www.emmaus.it.JPG"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5219136262942389410" style="WIDTH: 361px; CURSOR: hand; HEIGHT: 223px" height="192" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAHmWjxULzje2Q3Wbp8a-DVv8VBkeLKudPUIMQe_zRDyRJobC7zVStY1lngAihcEMAwTHqlwkOtGo_VzDF3MAY-SWUEgcMt9xhwdQ4DaH23DdkikBkmhS7THLloKL-XlULKYv7hhw_tqZu/s320/www.emmaus.it.JPG" width="374" border="0" /></a><br /><div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-25998288010564837482008-06-23T18:47:00.002+01:002008-06-23T18:50:08.469+01:00Pillole d'Arte: Hans Hartung<div> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPaXXsyP1PBoXEsrLhlRW6b4YM_Vxe6giQ4gpeG5sDv7d_af_WoY_BJaMd_yIMeg3wvNzmV29VeSycQQqKTTAI_hkSshelHEtw3MliRF4PxpdPY4Ua2Di0I_fH8AHSq6-y4Reynhe1JaiS/s1600-h/asta38_330.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5215135445646708946" style="WIDTH: 194px; CURSOR: hand; HEIGHT: 235px" height="191" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPaXXsyP1PBoXEsrLhlRW6b4YM_Vxe6giQ4gpeG5sDv7d_af_WoY_BJaMd_yIMeg3wvNzmV29VeSycQQqKTTAI_hkSshelHEtw3MliRF4PxpdPY4Ua2Di0I_fH8AHSq6-y4Reynhe1JaiS/s320/asta38_330.jpg" width="147" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTWPCx4tLQprJOG2KzRztulXC3Iq8TTK3ShBhrAqm-ZnDF7hD4sdU1WrD16GqRQOivn3LF4lqcDEvtuvkq0pIO-a_55rsFwfVQwO1e-GhFlVv6hJ1Lr24ZwYBTnFQR0bOcAYD9ZMKO7xyd/s1600-h/informale%2520_7.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5215135243732033586" style="WIDTH: 187px; CURSOR: hand; HEIGHT: 214px" height="163" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTWPCx4tLQprJOG2KzRztulXC3Iq8TTK3ShBhrAqm-ZnDF7hD4sdU1WrD16GqRQOivn3LF4lqcDEvtuvkq0pIO-a_55rsFwfVQwO1e-GhFlVv6hJ1Lr24ZwYBTnFQR0bOcAYD9ZMKO7xyd/s320/informale%2520_7.jpg" width="147" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Hans Hartung è stato un pittore franco-tedesco.Colpito dalla perdita del padre e preoccupato dall’ascesa del nazismo, nel 1932 lascia la Germania e, dopo un periodo nelle baleari, dove la sua pittura si fa più “istintiva”, nel 1935 si trasferisce a Parigi, qui frequenta Hélion, Mondrian, Kandinsky, Calder ed espone annualmente al Salon des Surindépendants. Allo scoppio della guerra, dopo essersi unito ai volontari contro il nazismo passa gli anni della guerra nella Legione Straniera , e per una grave ferita nel 1944 gli viene amputata una gamba, diventa cittadino francese nel 1946. Nel dopoguerra gli artisti gestuali e segnici sorsero a schiere, ma egli fu tra i pochissimi a raggiungere la pienezza dell'espressione artistica. La sua pittura è fatta di gestualità estreme, tradotta in grandi segni ripetuti, quasi graffiasse la tela. Hartung viene riconosciuto , accanto a Jean Fautrier, come uno dei maestri dell'informale. La consacrazione internazionale avviene nel 1960, quando vince il Gran Premio Internazionale della Pittura alla Biennale di Venezia. Dagli anni sessanta l'artista moltiplica la sua produzione sperimentando nuovi materiali, e nuovi metodi; usa vinilici, acrilici, dipinge con pistole a spruzzo, stiletti, spugne, e le dimensioni dei suoi quadri diventano monumentali.Questa attitudine sperimentale si svilupperà sempre più fino a divenire sua caratteristica dominante per tutta la produzione degli ultimi trenta anni, e continuando a seguire la sua produzione pittorica e grafica fino alla morte, avvenuta il 7 dicembre 1989.</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-35661454513250107132008-06-15T17:07:00.001+01:002008-06-15T17:09:15.174+01:00Lavorare è un brutto mestiere<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTJN7Ufpz-kmYFNtQtaYEDrSUW6HWOA72lR9VtxM_T8dp4a1Pm_pa7eM68oUdbUPCr64AWd6GO7kHThK7ffgb1aYw5fYCc6wBTFRf5itHGECes3zt9aoOieu3O9VkrBzWaikEndn7joNkP/s1600-h/ac8577ee8b10bda71f333b0c3fac4d4f.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5212140853874924930" style="CURSOR: hand" height="229" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTJN7Ufpz-kmYFNtQtaYEDrSUW6HWOA72lR9VtxM_T8dp4a1Pm_pa7eM68oUdbUPCr64AWd6GO7kHThK7ffgb1aYw5fYCc6wBTFRf5itHGECes3zt9aoOieu3O9VkrBzWaikEndn7joNkP/s320/ac8577ee8b10bda71f333b0c3fac4d4f.jpg" width="388" border="0" /></a><br /><div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-36742793657584143832008-05-19T17:54:00.002+01:002008-05-19T17:57:35.155+01:00Pillole d'Arte: Carla Accardi<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaRJlJmi8JGCxpxMHsDWM9YrT9ljGXwjk9iLGTrW69nqG0UsJhyphenhyphenOeI43ujWhArG_BZrT3JkwVbegf8jgugqkhqk9axVOSsGbhirRDTO-d7kw2i4v4VDlV-ePg8qcz78Baj56TOQYuLa2gc/s1600-h/Accardi_-_Negativo_con_blu.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5202133806420341426" style="WIDTH: 210px; CURSOR: hand; HEIGHT: 136px" height="140" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaRJlJmi8JGCxpxMHsDWM9YrT9ljGXwjk9iLGTrW69nqG0UsJhyphenhyphenOeI43ujWhArG_BZrT3JkwVbegf8jgugqkhqk9axVOSsGbhirRDTO-d7kw2i4v4VDlV-ePg8qcz78Baj56TOQYuLa2gc/s320/Accardi_-_Negativo_con_blu.jpg" width="218" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinVLvtFlSL4P0BffAf0VDUKY1CuhVy6Ix7Y_BGesE9azi1TMprjMzgC00JbSkAPfySOR1OZzgMnX1Kw4lcgDMCr8-cE90jwWos_QtbOXuhaMcQvkqXQXctb1XSp0LuPrlyj9F6PFunQHWw/s1600-h/C__Accardi_Bianco_2007_gouache_cm_35x50-8ff38.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5202133995398902466" style="WIDTH: 176px; CURSOR: hand; HEIGHT: 130px" height="127" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinVLvtFlSL4P0BffAf0VDUKY1CuhVy6Ix7Y_BGesE9azi1TMprjMzgC00JbSkAPfySOR1OZzgMnX1Kw4lcgDMCr8-cE90jwWos_QtbOXuhaMcQvkqXQXctb1XSp0LuPrlyj9F6PFunQHWw/s320/C__Accardi_Bianco_2007_gouache_cm_35x50-8ff38.jpg" width="172" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Nata a Trapani nel 1924, fra i massimi esponenti dell’astrattismo italiano, dopo la maturità classica consegue da privatista nel 1943 la maturità artistica, per seguire poi i corsi all'Accademia di Belle Arti di Palermo e di Firenze. Si trasferisce a Roma nel 1946 dove tuttora vive e lavora. Nel 1949 sposa il pittore Antonio Sanfilippo insieme al quale, negli studi di via Margutta, conosce Consagra e Turcato con i quali stabilisce rapporti di amicizia e di lavoro; frequenta, inoltre, Attardi, Dorazio, Guerrini, Maugeri, Perilli. La giovane siciliana si impone presto all’attenzione dei maggiori critici come uno dei protagonisti del gruppo Forma 1. Carla Accardi partecipa con il gruppo a numerose collettive sia in Italia che all'estero; la sua prima mostra personale è alla Galleria Numero di Firenze, seguita nel '50 da quella alla Galleria Libreria Age d'Or di Roma presentata da Turcato. Fino al 1952, l'opera di Carla Accardi si muove sulla linea della pittura costruttivo-concretista, per volgersi poi verso una ricerca fondata sulla poetica del segno che la porterà a partire dal 1954 a realizzare opere articolate essenzialmente su insiemi di segmenti pittorici bianchi su fondi neri. Questa scelta espressiva la mette in relazione con le ricerche dei maggiori artisti dell'informale. Michel Tapié, critico e profeta dell'arte informale, segue il lavoro dell'Accardi invitandola, tra il 1954 e il 1959, alle mostre da lui curate in Italia e all'estero. Negli stessi anni l'artista partecipa a numerose collettive, presentata da critici come Michel Seuphor, Palma Bucarelli, Giulio Carlo Argan e Lionello Venturi. A partire dagli anni Sessanta Carla Accardi recupera un linguaggio incentrato sul rapporto segno-colore, accentuando il valore cromatico in bicromie luminescenti. Nel 1964 è presente con una sala personale alla Biennale di Venezia, presentata da Carla Lonzi con la quale instaura un sodalizio che la porterà alla militanza femminista. La ricerca basata sul segno-colore trova un'ulteriore radicalizzazione nelle opere successive quando Carla Accardi usa come supporto le superfici trasparenti di silicofoil e accentua la natura del quadro come diaframma luminoso. L'interesse per la relazione tra opera e ambiente giunge alla radicalità nel lavoro Triplice tenda del 1969-'71, una vera e propria struttura "abitabile" e percorribile dallo spettatore. E' invitata alla Biennale di Venezia del 1976, a quella del 1978 e a numerose personali e collettive, partecipando a mostre retrospettive del gruppo Forma 1 e dell'avanguardia italiana degli anni Cinquanta. Negli anni Ottanta la Accardi avvia una nuova ricerca, nella quale è tuttora impegnata: nelle sue opere l'utilizzo della tela grezza lascia trapelare gli intrecci di larghi segni colorati, dove diverse stesure cromatiche si giustappongono creando campi energetici di differenti intensità. Espone alla Biennale di Venezia del 1988 ed è presente nelle principali rassegne storiche dell'arte italiana del nostro secolo in Italia e all'estero (tra le altre Italian Art in the XXth Century, Royal Academy, Londra, 1989 e The Italian Metamorphosis 1943-1968, Guggenheim Museum, New York, 1994); partecipa ad importanti rassegne internazionali come Chambres d'amis (Gand, 1986). Viene nominata nel 1996 membro dell'Accademia di Brera e nel 1997 fa parte, come consigliere, della Commissione per la Biennale di Venezia.</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-299388196729649252008-04-25T12:46:00.004+01:002008-04-25T12:50:29.288+01:00Pillole d'Arte: Pierre Alechinsky<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6ve-PV5xQtvutd-eP1tSPCkiDtXwFUAme-HhY68ZqIZBndZvokSww8tf0spVXDdKMeBC2Jzwviz6e7H1bXnjbcaZoG927lijHuNncu_AsYyEkvykyk8aHTNkyw6MhefLb2LSKWGXxyGyR/s1600-h/AlechinskyPierre.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5193148574947117090" style="WIDTH: 206px; CURSOR: hand; HEIGHT: 177px" height="150" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6ve-PV5xQtvutd-eP1tSPCkiDtXwFUAme-HhY68ZqIZBndZvokSww8tf0spVXDdKMeBC2Jzwviz6e7H1bXnjbcaZoG927lijHuNncu_AsYyEkvykyk8aHTNkyw6MhefLb2LSKWGXxyGyR/s320/AlechinskyPierre.jpg" width="177" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBQnmAJIkFM0cpSK_Fe1RumDhYQoD4IERp4CzFF5mD5P39pBnYsPGPAE2lmjt1mqxmKuGmqMaBXPTvoGidHXk3Vk4IrcqWEYkhJ-22puQ39-tEu_NFnIHy7s95Pb_MU8-naOM_8vPPX848/s1600-h/Alechinsky_Accessoires.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5193148733860907058" style="WIDTH: 179px; CURSOR: hand; HEIGHT: 178px" height="168" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBQnmAJIkFM0cpSK_Fe1RumDhYQoD4IERp4CzFF5mD5P39pBnYsPGPAE2lmjt1mqxmKuGmqMaBXPTvoGidHXk3Vk4IrcqWEYkhJ-22puQ39-tEu_NFnIHy7s95Pb_MU8-naOM_8vPPX848/s320/Alechinsky_Accessoires.jpg" width="160" border="0" /></a><br /><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><div><span style="font-family:times new roman;">Nato nel 1927 a Bruxelles, Belgio. Alechinsky, sia artista che disegnatore grafico, studia all’Accademia di Architettura di Bruxelles. Benché il più giovane membro del Gruppo Cobra e partecipante all’esibizione del 1949, egli ebbe un grande influsso su Cobra. Il vecchio stabile di Bruxelles che lui rinnovò divenne la scena di molte attività Cobra. La calligrafia Giapponese divenne una sua grande passione che ispirò lui e certi artisti giapponesi a fare il film “Calligraphie Japonaise”. Quando il gruppo si sciolsenel 1951 egli andò a Parigi dove vive tutt’ora. Ha viaggiato e ha dipinto anche in USA. Da studente Alechinsky era preso ed incantato dall’arte di concepire un libro. Durante gli anni ’45 egli soddisfa la sua passione di studiare tipografia, illustrazione e incisione alla Scuola di Arti Decorative a Bruxelles. Nel 1948 venne a Parigi per la prima volta a mostrare le sue litografie alla Galleria Maeght. Solo un anno più tardi incontrò l’artista Christian Detremont, e la sua carriera artistica fu lanciata come membro effettivo del Gruppo Cobra. Nel 1955, viaggiò in Giappone per studiare la Calligrafia e fu anche responsabile per un film per il soggetto. Dopo questo viaggio, iniziò a lavorare su tele grandi posate direttamente per terra, dipingendo con pennelli calligrafici di pelo di cavallo giapponese. Sempre legato allo spirito del movimento Cobra, anche oggi Alechinsky dipinge con la mano sinistra. E’ stato detto che egli ha parlato di questa mano come “colei che ha conosciuto solo libertà e piacere”. Come un marchio, uno può riconoscere immediatamente un Alechinsky dai suoi funky grafici bianchi e neri in “cartoon” cornici che sembrano contenere una esplosione violenta di colore e forma entro il centro della tela. Sempre fresco de agile, queste cornici riempite di graffiti portano lo sguardo al centro nell’occhio della tempesta. A volte tratti quasi monumentali o oggetti lasciano l’impronta come tema centrale, come nella splendida serie “Astre et Desastre” dipinti durante i tardi anni ’60. Nei lavori più recenti, le linee serpentine e volanti continuano a sedurre e stimolare. Una volta Cobra, sempre un Cobra. John Russell, che tra il 1986 e 1987 ha dedicato tre colonne separate nel New York Times ad Alechinsky, vedendolo come “uomo di strana passione senza colpe”. Fatture decorate, certificati bancari di nessun valore, obsolete carte aeree di navigazione e antichi materiali di archivi scritti a mano illuminano la sua immaginazione. Ha un gusto per lo sconvolgimento della natura. Carlos Fuentes, il novellista texano, per cui “il giardino è il centro del mondo” ha descritto Alechinsky come un uomo che “disegna giardini ….. Lui sa che la storia dei giardini è la storia di ognuno di noi ….. Alechinsky ……. Sceglie qualunque bivio del giardino curato a Blois o Hampton Cowrt, e poi le trasforma, ferocemente, nei giardini selvaggi della mente primitiva, l’unità originale di sogni e coscienza, desiderio e realtà”. Anzi, potrebbe essere che fosse il suo desiderio di riacquistare quella persa unità, che fa di lui, come lo ha chiamato il Times, “un poeta di complicazione che decisamente manda l’enfasi via da se stesso, preferendo di recitare piuttosto come storico e arbitro piuttosto che autobiografico …... Il suo tocco è leggero, il suo pensiero rapido, il suo modo di vedere il mondo tanto acuto quanto benigno. Non c’è miglior compagno, e non tanti che ci tengono così costantemente allegri che sono così generosi in ciò che trovano”. Alechinsky ha avuto importanti retrospettive al Museo di Arte Moderna di New York, Guggenheim Museum New York, Museum of Arts, Carnegie Museum in Pittsburgh (nel 1977, l’anno del serpente), The Palais des Beaux-Arts e il Musèe Rojaux des Arts in Bruxelles, il Musèe d’Art Moderne di Parigi e Il Musèe d’Arte Moderne, Centre Ponpidou a Parigi, il Boymans-von-Beuningen a Rotterdam, il Louisiana Museum a Humlebaek, e ai musei di Aalborg, Brema, Copenhagen, Darmstadt, Des Moines, Dusseldorf, Gordes, Hannover, Marsiglia, Metz, Mexico City, Monaco, St. Paul de Vence, Toronto, e Zurigo.</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-7641628744925289552008-04-17T13:14:00.002+01:002008-05-19T18:05:19.490+01:00Baby Doc<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwHqhgz3HKOeIQiy3svq-2bFps5oTya_LCrSlANzExtcQs7qxngSn8bHJhW5Ix8ktWWjwwUu4e5uB-Ru1Vz5hxMllWpwhpiJvo7jAf192yz5QXAVf3TF1Uv5PsBcMPKTMdKMXSS13Mwaw7/s1600-h/aprile.JPG"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5190186649717989042" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 249px; CURSOR: hand; HEIGHT: 222px; TEXT-ALIGN: center" height="216" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwHqhgz3HKOeIQiy3svq-2bFps5oTya_LCrSlANzExtcQs7qxngSn8bHJhW5Ix8ktWWjwwUu4e5uB-Ru1Vz5hxMllWpwhpiJvo7jAf192yz5QXAVf3TF1Uv5PsBcMPKTMdKMXSS13Mwaw7/s320/aprile.JPG" width="249" border="0" /></a><br /><div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-16164993096196625652008-03-15T16:42:00.003+01:002008-03-15T16:45:31.542+01:00Pillole d'Arte: Graziano Cuberli<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP96H52r4-xBE4gffuKn8RBut8rljHC-onycZkgoPEPKH9rDJjgeXn7zIM3r32iJCANvqMDAohodVuscu87bvjR0RzTb3lqxEbrKX3vwznxOWiX0B22ZxBcUBFuUykh0z3Pn1GFE5ylE0E/s1600-h/img32.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5177994617670274402" style="CURSOR: hand" height="223" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP96H52r4-xBE4gffuKn8RBut8rljHC-onycZkgoPEPKH9rDJjgeXn7zIM3r32iJCANvqMDAohodVuscu87bvjR0RzTb3lqxEbrKX3vwznxOWiX0B22ZxBcUBFuUykh0z3Pn1GFE5ylE0E/s320/img32.jpg" width="177" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEJ5B6NUmmeq-GUELlIsCvKI-GNVHvf2W8tdxLTR66sjQB55rTophPIKIuqrRFv_hH6Ajo95cqGMkOOvjo2Gjv82T3Pi_OBvw4gUGEwMYBbvf_xPS3NXk9QmvflBxRzn4L0nzHUheChGKV/s1600-h/img58.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5177994716454522226" style="WIDTH: 210px; CURSOR: hand; HEIGHT: 138px" height="137" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEJ5B6NUmmeq-GUELlIsCvKI-GNVHvf2W8tdxLTR66sjQB55rTophPIKIuqrRFv_hH6Ajo95cqGMkOOvjo2Gjv82T3Pi_OBvw4gUGEwMYBbvf_xPS3NXk9QmvflBxRzn4L0nzHUheChGKV/s320/img58.jpg" width="200" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Graziano Cuberli nasce a Farra d'Isonzo (Go) il 2 luglio 1959 ed inizia molto giovane la sua attività artistica. Nel 1982 apre un laboratorio artigiano di oreficeria che chiude nel 1998 dopo 16 anni di attività. Dipinge da qualche anno ma decide di divulgare il suo lavoro solo nel '99, dopo aver trovato la sua strada artistica per la quale ha coniato il termine di pittura "Mæsoterica". Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni pubbliche e private nazionali ed estere. Scrive anche poesie.</span></div><span style="font-family:times new roman;"><br /><div><em>“Mi ha sempre fatto specie che gran parte dell’acqua minerale posta e commercializzata sui nostri mercati, sia veicolata attraverso le confezioni di plastica, i cui effetti sulla nostra salute sono sotto gli occhi di tutti: ma ogni contraddizione, quando diviene abitudine collettiva, viene accettata come un dato di fatto. Cionondimeno rimane l’aberrazione di base, dove l’elemento basilare, vitale, viene rinchiuso in uno dei simboli più tristi dei nostri giorni! Sono convinto che in un improbabile, lontano futuro, la nostra epoca potrebbe benissimo essere ricordata come l’età della plastica”</em></div><div>Graziano Cuberli.</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-58805887353407611512008-02-13T19:03:00.002+01:002008-02-13T19:07:10.112+01:00Pillole d'Arte: Gerardo Dottori<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY8Os5XZCkOMVinwoGJ7p-fYRivGlhFZXFjLZX0czaAplQF0aRyWOdmRbEE4d0NIm3daIMrNqZraZG52LFK8XvwOcSimJedDzxJguUVjBPs3I02bE6RD4Hn7IhVdoQ6lzGwG8pPzBdSK5f/s1600-h/6_g.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5166527385015119314" style="WIDTH: 192px; CURSOR: hand; HEIGHT: 145px" height="155" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY8Os5XZCkOMVinwoGJ7p-fYRivGlhFZXFjLZX0czaAplQF0aRyWOdmRbEE4d0NIm3daIMrNqZraZG52LFK8XvwOcSimJedDzxJguUVjBPs3I02bE6RD4Hn7IhVdoQ6lzGwG8pPzBdSK5f/s320/6_g.jpg" width="208" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDBHxZb0eXhJ1ML9EXPfF0671_GkUOo28Ik908EhnIQQH8ZkBis_VUbe1iTjLwDWkGkswdSz4XRsqfObJ-5SMjaPwNWTFrFhJYuQwd4F0qfVLWoO-cqQaDukWw6gOcF7KG9dwCHbFuj1Xg/s1600-h/dottori.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5166527522454072802" style="WIDTH: 192px; CURSOR: hand; HEIGHT: 145px" height="142" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDBHxZb0eXhJ1ML9EXPfF0671_GkUOo28Ik908EhnIQQH8ZkBis_VUbe1iTjLwDWkGkswdSz4XRsqfObJ-5SMjaPwNWTFrFhJYuQwd4F0qfVLWoO-cqQaDukWw6gOcF7KG9dwCHbFuj1Xg/s320/dottori.jpg" width="192" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Pittore, poeta e uomo di profonda cultura, Gerardo Dottori nasce a Perugia nel 1884, orfano di padre, compiute le elementari lavora presso un antiquario per circa quattro anni, poi si concede un periodo di riflessione, che trascorre girovagando nelle campagne circostanti la città. Frequenta quindi l’Accademia di Belle Arti e, tra il 1904 e il 1905, inizia a dipingere secondo i dettami formali del Movimento Divisionista. Nel 1906 a Milano opera come riquadratore e pittore di stanze; poco dopo, disoccupato, è costretto a rientrare a Perugia. Nel 1912 aderisce al Movimento Futurista, avanguardia culturalmente avanzata e provocatoria, scelta fondamentale che orienterà l’intero percorso artistico. Al ritorno dalla guerra del 1915 - 1918 ( durante la Grande Guerra scrive "parole in libertà" sotto lo pseudonimo di G. Voglio), fonda a Perugia la rivista “Griffa”. Nel 1926 si trasferisce a Roma, dove risiede fino al 1939 e collabora con diverse testate giornalistiche. Nel 1929 firma con i futuristi Balla, Marinetti, Depero, Fillia, Prampolini, Tato, Somenzi il Manifesto futurista dell’Aeropittura e successivamente nel 1941, concepisce il Manifesto futurista umbro dell'aeropittura, intrerpretando con armonia le suggestioni meccaniche e il senso lirico del paesaggio, la sua produzione, legata a un genius loci umbro, rappresenta il versante ecologista dell'aeropittura. Nel 1939, rientra a Perugia in seguito all’incarico di docente alla locale Accademia di Belle Arti, successivamente, dal 1940 al 1947 dirigerà l’istituto. Abbandona l’insegnamento nel 1967. Gerardo Dottori è presente in 11 edizioni della Biennale di Venezia dal 1924 al 1942, dov’è il primo futurista a proporsi e viene regolarmente invitato a ogni Quadriennale romana fino al 1948 e a numerosissime esposizioni nazionali ed estere. Muore a Perugia nel 1977.</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-2985182511839521062008-02-02T13:08:00.000+01:002008-02-02T13:11:53.015+01:00I maestri dell'800: Vincent van Gogh<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwbIjdQoC7EnkGttB7R6-YMXqnqmlsMqw6_J1t_H1R8FGh9SQGuCynlqc-JoesZ7NPvhAwrcF3btqHyDhn-E1b2PHd4e9mGJW5ib2cOozFdZM_kyxkff3pPSDxViMD468mNyoikCsN7w5p/s1600-h/van_gogh-girasoli-big.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5162354017237274434" style="WIDTH: 175px; CURSOR: hand; HEIGHT: 211px" height="205" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwbIjdQoC7EnkGttB7R6-YMXqnqmlsMqw6_J1t_H1R8FGh9SQGuCynlqc-JoesZ7NPvhAwrcF3btqHyDhn-E1b2PHd4e9mGJW5ib2cOozFdZM_kyxkff3pPSDxViMD468mNyoikCsN7w5p/s320/van_gogh-girasoli-big.jpg" width="175" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFDKJkvtOaxNmOa6jB9xDU9uS-ZiIULOP46raYB8HpmXcZer5xYQE8ey7Pe__Rpn8ojJhndNl9Gt4FW7TP6IoYQxixC0096s4XyX130adW88K74aREUex_T4iXG-ld1vB5uNLLGqQoxhvo/s1600-h/vangogh_mare.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5162354124611456850" style="WIDTH: 208px; CURSOR: hand; HEIGHT: 133px" height="120" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFDKJkvtOaxNmOa6jB9xDU9uS-ZiIULOP46raYB8HpmXcZer5xYQE8ey7Pe__Rpn8ojJhndNl9Gt4FW7TP6IoYQxixC0096s4XyX130adW88K74aREUex_T4iXG-ld1vB5uNLLGqQoxhvo/s320/vangogh_mare.jpg" width="212" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Vincent van Gogh: nasce a Zundert nel Brabante, il 30 Marzo 1853. Il padre, pastore protestante viene da una famiglia borghese che annovera pastori, uomini di mare, mercanti d'arte. Tra il 1864 e il 1868 frequenta prima un collegio a Zevenbergen, poi la Scuola Tecnica Statale Superiore di Tilburg. Nel Marzo 1868, forse per difficoltà economiche familiari, lascia gli studi. L'anno seguente, a Luglio va all' Aja dove venne assunto come commesso nella succursale olandese della casa d'arte francese Goupil e C.ie. Questo primo lavoro è merito dello zio paterno Vincent, mercante di quadri che dal 1861 si è associato con Adolphe Goupil e Léon Boussod. Nel 1872 inizia la lunga e regolare corrispondenza con il fratello Theodorus, di quattro anni più giovane, documento letterario ed umano di impressionante autenticità, fonte essenziale di notizie sulle opere, le idee, gli scopi di van Gogh. Nel 1873 viene trasferito alla sede di Londra e dal maggio 1875 all'Aprile 1876 lavora alla casa madre a Parigi, ha una casa a Montmartre, visita musei ed esposizioni. Questi anni a contatto diretto con il mercato dell'arte sono importanti per la decisione di divenire pittore e fanno nascere in lui il principio della assoluta correlazione tra vendita e prodotto artistico che gli varrà come giustificazione nell'accettare e pretendere dal fratello Theo (che dal 1880 lavora da Goupil) un assegno mensile come corrispettivo per la opere che regolarmente gli invia. Nell'Aprile del 1876 lascia la casa d'arte, che nel frattempo ha mutato la intestazione sociale in Boussod a Valadon, e ritorna in Inghilterra. Trova lavoro prima come insegnante a Ramsgate, poi come assistente predicatore a Isleworth. A fine anno si ricongiunge con la famiglia che vive ad Etten. Nel 1877, tra il Gennaio e Aprile, fa il commesso libraio a Dordrecth. In maggio convince il padre a lasciargli seguire la vocazione religiosa che si è consolidata in lui nell'ultimo anno e si trasferisce ad Amsterdam dove studia per essere ammesso alla Facoltà di Teologia. Ha difficoltà con il greco ed il latino che comunque reputa materie estranee ad una attività evangelizzatrice. Nel 1878 segue a Bruxelles corsi più semplici che abilitano a fare il predicatore ma anche qui non viene ritenuto idoneo. Ottiene egualmente di lavorare come missionario nella zona mineraria del Borinage e nel 1879 svolge il proprio apostolato, considerato anomalo per eccessivo fanatismo, a Wasmes e a Cuesmes. A contatto con i minatori, commosso dalla loro vita faticosa e dai rustici ambienti, come aveva già fatto in Inghilterra, realizza qualche disegno, legge moltissimo, scrive d'arte a Theo. A metà anno è tuttavia sospeso dall'incarico,in condizioni di estrema indigenza continua la sua missione sociale di assistenza ai minatori mentre il disegno comincia ad avere un ruolo decisivo. Studia sui manuali di Charles Bargue e si esercita copiando dai pittori contadini come Jean Francois Millet e Jules Breton, con quest'ultimo cerca di incontrarsi raggiungendo a piedi Carrières, dove l'artista vive, ma vi rinuncia deluso dall'aspetto borghese del suo atelier. Nell'Ottobre del 1880, risoluto a diventare pittore, si stabilisce a Bruxelles. Frequenta artisti come Willem Roelofs e Anton van Rappard con il quale avvia un profondo legame di amicizia intrattenendo una corrispondenza per i cinque anni seguenti. Nel 1881, in primavera, è di nuovo dai genitori ad Etten, disegna moltissimo, soprattutto figure di contadini e di lavoratori. Nel 1881 ha un turbolento ed univoco legame sentimentale. la seconda dopo Londra, con Kee Vos una giovane cugina vedova, che lo respinge. A fine anno per breve tempo, è all'Aja. Prende lezioni da Anton Mauve che gli è parente per via di madre e che lo spinge a dipingere oltre che a disegnare. Grazie a Mauve conosce le opere degli artisti della scuola dell'Aja: Josef Israels, J.Hendrik Weissenbruck Willem Maris, Theophile De Bock; diviene amico di George Hendrik Breitner con il quale disegna a più riprese. A quel periodo risale la passione per le stampe inglesi Heads of People drawn from Life apparse su The Graphic che non lo abbandonerà più. Il legame con Mauve si allenta tuttavia perché van Gogh, da realista assoluto come vuole essere, rifiuta di copiare da modelli in gesso. Continua a lavorare isolato, fa disegni e acquerelli: vedute cittadine,figure caratteristiche e gente di popolo, nel frattempo vive con Clasina Maria (Sien) Hoornik, una prostituta segnata dal vaiolo, alcolizzata e incinta, che ha già una bambina. Questa scelta di vita porta alla rottura con quanti conosce all'Aja, da Mauve a Tersteeg che dirige la casa di Goupil, e provoca la totale disapprovazione di Theo che da qualche tempo lo sovvenziona regolarmente permettendogli di seguire la propria vocazione artistica. Nel Settembre 1883 lascia Sien e parte per la Drenthe, una regione povera e suggestiva del nord dell'Olanda dove hanno lavorato in passato Mauve e van Rappard. Disegna e dipinge paesaggi e contadini. A fine anno raggiunge la famiglia a Nuenen dove il padre è stato da poco trasferito. Per quasi due anni, dal Dicembre 1883 al Novembre 1885 resta nella cittadina del Brabante. Lavora con entusiasmo e grande impegno dedicandosi al paesaggio ma soprattutto alla pittura di figura: contadini, artigiani, cercando di rappresentare in maniera incisiva i vari tipi di lavoratori. Le sue preferenze in campo artistico oltre a Millet, Breton, vanno alla scuola di Barbizon e a Delacroix di cui apprezza le teorie sull'uso dei colori. Due visite al Rijksmuseum di Amsterdam, appena aperto, lo convincono che in Franz Hals e in Rembrandt sono i precedenti storici naturali delle sue scelte cromatiche e tecniche. Tra il Novembre 1885 e il Febbraio 1886 vive e lavora ad Anversa. Volendo uscire dai propri limiti di autodidatta frequenta l'Accademia di Belle Arti, studia Rubens da cui trae suggerimenti per i nuovi esperimenti di colori e resa pittorica. A inizio marzo, inatteso, raggiunge il fratello a Parigi. Nella capitale resterà sino al Febbraio 1888. All'inizio va alla scuola di Fernand Cormon. Qui incontra Toulose Lautrec e Emile Bernard di cui diviene amico fraterno. Conosce Signac, Pissarro, Gauguin. Visita i musei Louvre e Luxemburg in particolare, ma anche i mercanti d'arte e i vari Salons ufficiali e non. A Parigi dopo un avvio ancora legato al provincialismo delle esperienze olandesi, cambia integralmente tavolozza e metodo di pittura. Sulla scia dell'impressionismo e del neoimpressionismo, che Van Gogh non considera correnti diverse, usa colori chiari, sfrutta al massimo le teorie della complementarità, dipinge senza mescolare i pigmenti, accostandoli e sovrapponendoli perchè si esaltino nell' accordo o nel contrasto. Sempre a Parigi, divenuto uno de più accesi promotori del japonisme colleziona stampe giapponesi cercando di venderle e di diffonderne la conoscenza. La sua pittura si incentra su autoritratti e ritratti, vedute della città e dei sobborghi, nature morte in prevalenza di fiori. Espone, di sua iniziativa, al caffé Le Tambourin che appartiene ad Agostina Segatori, modella di Degas e altri impressionisti, che ha con lui una breve relazione; altre sue opere si vedono talvolta nella vetrina di Julien Tanguy, un negoziante di colori che rifornisce Cézanne, Pissarro, Monet, Gauguin, Anquentin, Signac, Renoir. Fa scambi con gli artisti che conosce, dando avvio con il fratello ad una raccolta d'arte contemporanea. Organizza una mostra per sé e per gli amici, cosiddetti Impressionistes du Petit Boulevard, ossia Bernard, Anquentin, Toulose Lautrec, Koning, Guillaumin, in contrapposizione agli Impressionistes du Grand Boulevard che esponevano nella galleria di Theo ossia Monet,, Sisley, Pissarro, Degas, Seurat, ecc. Partecipa con una sola opera alla esposizione che Seurat e Signac fanno al Théatre Libre d'Antoine. Nel Febbraio 1888 lascia Parigi per Arles, in questa decisione hanno un ruolo importante sia il mitico desiderio di vivere al sud, vivo in lui come in tanti artisti e poeti dell'Ottocento, sia la convinzione che la Provenza sia l'esatto equivalente dell'amato Giappone. Nei quindici mesi passati ad Arles lavora instancabilmente dedicandosi soprattutto al paesaggio e, non appena trova modelli, al ritratto. Il suo epistolario interrotto nel periodo parigino riprende con lettere, oltre che a Theo, alla sorella minore Wilhelmina (Wil) e agli amici Bernard e Gauguin con i quali vorrebbe creare un Atelier du Midi in cui lavorare tutti uniti. Convince Theo ad assicurarsi in esclusiva opere di Gauguin in cambio di assegni periodici che dovrebbero permettere all'amico di lasciare la Bretagna, dove è pieno di debiti, per Arles. Questi lo raggiunge in ottobre e per qualche tempo van Gogh si lascia convincere a sperimentare una pittura di immaginazione fatta sull'eco dei ricordi e delle impressioni mentali ma i temperamenti dei due artisti e le loro idee sono troppo differenti , la vita in comune è piena di scontri e di asperità. Il 23 Dicembre 1888 dopo una lite violente con Gauguin che ha deciso di andarsene a dormire in albergo, Van Gogh si taglia il lobo dell'orecchio e va a consegnarlo ad una prostituta che sia lui, che Gauguin conoscono. Il giorno successivo viene ricoverato in ospedale. Da quel momento iniziano le periodiche crisi di instabilità psichica che lo seguono fino alla morte. Nel periodo di Arles l'artista ha dipinto quasi 200 dipinti, 100 disegni e acquerelli e almeno 200 lettere, mostrando un interesse esclusivo per i problemi cromatici e formali. Nel Maggio 1889 lascia Arles per la vicina Saint-Rémy dove si fa ricoverare volontariamente nell'istituto di cura per alienati di Saint Paul de Mausole. Anche se in maniera discontinua per le difficoltà che come internato incontra nel lavoro e per il ripetersi degli attacchi, definiti epilettici dai medici, dipinge e disegna con intensità studiando in prevalenza il paesaggio ma non rinunciando alla pittura di figura e dando avvio a repliche di opere di Millet. Durante l'internamento a Saint-Rémy ottiene i primi consensi: viene invitato a partecipare alla mostra Les XX del Gennaio 1890 a Bruxelles e sempre in quell'anno in primavera sue opere appaiono al Salo des Indépendants a Parigi e A.Aurier scrive un buon articolo su di lui che appare sul Mercure de France. In maggio lascia Saint-Rémy prima per Parigi, dove resta tre soli giorni, poi per Auvers sur Oise. Vive in albergo ma è assistito, come medico, dal dottor Paul Ferdinand Gachet amico di alcuni pittori impressionisti e collezionista. Dipinge paesaggi e qualche ritratto. Il 27 Luglio 1890 "in tutta lucidità" come scriverà Emile Bernard a Aurier si spara al petto. Resta in vita senza perdere conoscenza e senza lamenti sino alla sera del 29 Luglio. Il fratello Theo che ha assistito alla sua agonia non gli sopravvive, si ammala gravemente dando segni di squilibrio e muore il 25 Gennaio 1891.</span></div><br /><br /><div></div><div></div><div><span style="font-family:times new roman;">Per chi volesse approfondire quest'artista riportiamo di seguito i luoghi e le date dove poterlo vedere:</span></div><span style="font-family:times new roman;"><br /><div>dal 27.11.2008<br />Maestros Modernos del Dibujo Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid </div><br /><div>dal 21.9.2008<br />Van Gogh at Night MoMA - Museum of Modern Art, New York City, NY </div><br /><div>dal 14.3.2008<br />Turner to Monet National Gallery of Australia, Canberra, ACT </div><br /><div>dal 15.2.2008</div><div>Monet to Dalí Frist Center for the Visual Arts, Nashville, TN </div><br /><div>fino al 27.4.2008<br />Modern Masters from the Guggenheim Collection Guggenheim Hermitage Museum, Las Vegas, NV </div><br /><div>fino al 18.4.2008<br />From Russia: French and Russian Master Paintings 1870–1925 from Moscow and St Petersburg Royal Academy of Arts, London (England) </div><br /><div>fino al 24.2.2008</div><div>Paula Modersohn-Becker und die Kunst in Paris um 1900 Kunsthalle Bremen, Bremen </div><br /><div>fino al 24.2.2008</div><div>All for Art! Our Great Private Collectors Share Their Works The Montreal Museum of Fine Arts - Musée des beaux-arts de Montréal, Montreal, Quebec</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-41716060472756074622008-01-12T13:06:00.000+01:002008-01-12T13:14:16.677+01:00Pillole d'Arte: Franco Bemporad<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQrnhvtgxGR_nso-1cCahB-o0Bt43hyphenhyphen3VHj2-Pxnd7QhBdVbDYxzksF7rmQ8MOP9wPp072DKJPfnVH18C8qwf8mQPaqPhNEViOBB4kwSUjMkgXv-9jBKb7tYmC6R6ymmLzpa5zc1McvVyF/s1600-h/new_42443092ad592.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5154560907215181090" style="CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQrnhvtgxGR_nso-1cCahB-o0Bt43hyphenhyphen3VHj2-Pxnd7QhBdVbDYxzksF7rmQ8MOP9wPp072DKJPfnVH18C8qwf8mQPaqPhNEViOBB4kwSUjMkgXv-9jBKb7tYmC6R6ymmLzpa5zc1McvVyF/s320/new_42443092ad592.jpg" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLQgX9b5mvTvNbR8RhdkGqIdw7e5qVok9MxAbJRPtZRX1QFZLdbo3_bne-GJpQL_EM_nYBGOWGZmhs7pjvyZwRd5YDRBhak3KcrPFBs6-Y6wb_j6rzVw43NwdnsCPoB7-ao_jWb7oY3w3u/s1600-h/Bemporad%252068%2520Struttura%2520oro%25201961.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5154561061834003762" style="CURSOR: hand" height="249" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLQgX9b5mvTvNbR8RhdkGqIdw7e5qVok9MxAbJRPtZRX1QFZLdbo3_bne-GJpQL_EM_nYBGOWGZmhs7pjvyZwRd5YDRBhak3KcrPFBs6-Y6wb_j6rzVw43NwdnsCPoB7-ao_jWb7oY3w3u/s320/Bemporad%252068%2520Struttura%2520oro%25201961.jpg" width="206" border="0" /></a><br /><div><div><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Franco Bemporad nasce a Firenze nel 1926, da una ricca famiglia di industriali tessili. Iscrittosi alla facoltà di medicina abbandona gli studi per dedicarsi al cinema. Trasferitosi a Roma all’inizio degli anni ’50, scrive la sceneggiatura di "La donna del giorno" insieme a Cesare Zavattini per la regia di Francesco Maselli. Parallelamente entra in contatto con Alberto Burri, che influenzerà la sua decisione di dedicarsi alla pittura. E’ tra i firmatari del Movimento Nucleare insieme tra gli altri a Klein, Manzoni e Jorn. Nel 1957 espone alla mostra dell’Arte Nucleare alla Galleria San Fedele di Milano, città nella quale si era nel frattempo trasferito. Nel 1958 espone alla Galerie Iris Clert di Parigi con un saggio di Tapiè. Nel 1960 Franco Russoli presenta in catalogo la sua prima personale alla Galleria del Milione di Milano. Risale all’anno successivo l’adesione al gruppo "Continuità" insieme a Fontana, Dorazio, Dangelo, Novelli, Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Tancredi e Turcato, con i quali espone in Italia e all’estero (New York 1961, San Francisco 1961, Parigi 1961, Pittsburg 1961, Bochum 1962, Trier 1963, Parigi 1963). E’ datata 1966 la partecipazione alla XXXIII Biennale di Venezia. Negli anni settanta intesse un proficuo rapporto espositivo con il Salone Annunciata di Milano (1971, 1974, 1979). La personale alla Galleria del Naviglio di Milano è del 1989, anno della sua scomparsa. Nel 1998 le sue opere sono esposte alla mostra Art Nucleare a cura di Martina Corgnati a Palazzo Sertoli a Sondrio; nel 2002 lo Studio Gariboldi a Milano lo inserisce nella collettiva Ricognizione sugli Anni Cinquanta parte quinta; nel 2003 alla Galleria d’Arte Bergamo di Bergamo sono esposti dipinti nel contesto di Art Nuclèaire. Nel 2005, infine, ad Artefiera Bologna Montrasio Arte gli dedica una personale con testi in catalogo di Astrologo e Montrasio.</span></div></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-52853642731012937512008-01-12T13:03:00.000+01:002008-01-12T13:06:05.990+01:00Pillole d'Arte<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgHfqAPU2kz7HPYRx894NaZ-YYwsEPlvKRqaTEUNMx24vzOVck-2JspIY6r8gZ-XTitk11s_w-1aT1cIDxBpLdUjX7RJnIKoqCphc-05fFq3nDAjZEM5xrYuG4pUw5ilcqhfXpmEPzORV9/s1600-h/pillola_abortiva.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5154559936552572178" style="WIDTH: 384px; CURSOR: hand; HEIGHT: 329px" height="220" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgHfqAPU2kz7HPYRx894NaZ-YYwsEPlvKRqaTEUNMx24vzOVck-2JspIY6r8gZ-XTitk11s_w-1aT1cIDxBpLdUjX7RJnIKoqCphc-05fFq3nDAjZEM5xrYuG4pUw5ilcqhfXpmEPzORV9/s320/pillola_abortiva.jpg" width="384" border="0" /></a><br /><div><strong><em><span style="font-family:Times New Roman;"></span></em></strong></div><br /><div align="center"><strong><em><span style="font-family:Times New Roman;">Artisti in "pillole".</span></em></strong></div><br /><div><strong><em><span style="font-family:Times New Roman;"></span></em></strong></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-55427289350336428892008-01-05T20:09:00.000+01:002008-01-05T20:17:22.068+01:00I maestri dell'800: Paul Gauguin<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaa8MQi45d5YxKAmBXeArgOGeEeGBpGs7zhc00UHT7I2N_6QhcowhYM5A6KKRdBcrbWL4aw806gfdHBXG791hPIxFEJ9svWEzfiVYEsFbMlot2uUi4c3mmJbI6v31AXRQVZGQzmUF_1QWt/s1600-h/femmes_tahiti.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5152073090358646002" style="WIDTH: 195px; CURSOR: hand; HEIGHT: 136px" height="151" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaa8MQi45d5YxKAmBXeArgOGeEeGBpGs7zhc00UHT7I2N_6QhcowhYM5A6KKRdBcrbWL4aw806gfdHBXG791hPIxFEJ9svWEzfiVYEsFbMlot2uUi4c3mmJbI6v31AXRQVZGQzmUF_1QWt/s320/femmes_tahiti.jpg" width="229" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6O3uzeyFBz6Zed8gly8jH7VYP2_l_1tzSZMB-u-RIXo_RO863x5f_r-vrK2CjkZBec1_WKtsV978xtAUQpK45IzZ02zjb9iMMhyphenhyphenfrsONt-D6b8SCs_OHNtp65CmExpQrBOv0scQuLNLlp/s1600-h/gauguin_paul_una_fattoria_in_bretagna.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5152073292222108930" style="WIDTH: 187px; CURSOR: hand; HEIGHT: 136px" height="145" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6O3uzeyFBz6Zed8gly8jH7VYP2_l_1tzSZMB-u-RIXo_RO863x5f_r-vrK2CjkZBec1_WKtsV978xtAUQpK45IzZ02zjb9iMMhyphenhyphenfrsONt-D6b8SCs_OHNtp65CmExpQrBOv0scQuLNLlp/s320/gauguin_paul_una_fattoria_in_bretagna.jpg" width="210" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Paul Gauguin, pittore post-impressionista francese, nasce a Parigi il 7 Giugno 1848. Dopo un anno la sua famiglia si trasferisce a Lima, in Perù dove trascorse la sua prima infanzia. Tornato in patria, studia prima ad Orléans e poi in collegio a Parigi. Innamorato del mare, a soli 17 anni Paul Gauguin, si imbarca come cadetto su un mercantile diretto in Sudamerica, partecipando in seguito alla guerra franco-prussiana del 1870 come marinaio sulla corvetta "Jerome Napoleon". Nel 1871 Paul Gauguin torna a Parigi, si impiega presso un agente di cambio e l'anno dopo si sposa con una ragazza danese diventando un agiato borghese che colleziona quadri, ama dipingere e studia pittura all'Accademia Colarossi di Parigi. Paul Gauguin che incontra e frequenta i pittori Camille Pissarro, Paul Cézane e Edgar Degas, nel 1876 espone il suo primo quadro. Paul Gauguin, che continua a dipingere con passione, espone le sue opere nelle mostre collettive che gli impressionisti tengono dal 1879 al 1886, elaborando uno stile che però si distacca da quello degli Impressionisti stessi, uno stile che evolverà in colori violenti e verrà chiamato post-impressionismo. Licenziato dalla ditta presso la quale lavora, in crisi per un crack di Borsa, nel 1883 Paul Gauguin di trova senza uno stipendio, con una famiglia che si è andata facendo via via più pesante (cinque figli). Paul Gauguin, che aspira ad un mondo puro ed incontaminato, si convince sempre più della opportunità di allontanarsi dalla vita borghese di città, ma la moglie non condivide i suoi sogni e torna in Danimarca coi figli. Gauguin segue la famiglia in Danimarca, ma dopo un breve tentativo di adattamento, ritorna in Francia, mantenendo solo rapporti epistolari con la famiglia. Nel 1885 si stabilisce in Bretagna, a Pont-Aven, diventando il capofila di una nuova corrente artistica chiamata «scuola di Pont-Aven» da lui definita «sintetista», stabilendone i canoni con l'amico Emile Bernard. Con questa nuova corrente Paul Gauguin ricerca una forma essenziale attraverso la semplificazione delle forme e l'eliminazione dei dettagli. Insoddisfatto ed alla ricerca di un mondo vergine e autentico, nel 1887 Paul Gauguin si imbarca per Panama e visita la Martinica, ma i soldi finiscono subito ed a Novembre è costretto a tornare in Francia dove espone i suoi lavori nella galleria di Theo Van Gogh, ma i colori accesi e violenti dei suoi quadri hanno poco successo. Ad Arles, nell'estate dell'anno dopo , Paul Gauguin è ospite di Vincent Van Gogh, ma presto i due artisti, che hanno visioni diverse sulla pittura, si scontrano in una furiosa lite, dopo la quale Gauguin spaventato torna a Parigi e Van Gogh si taglia un orecchio. Paul Gauguin continua sulla strada del "sintetismo", alla base della quale si può ravvisare l'influsso delle stampe giapponesi, il primitivismo espressivo della scultura bretone ed colore piatto e frammentato delle vetrate gotiche. Affascinato e pieno di nostalgia per le selvagge terre d'oltremare, Paul Gauguin organizza mostre per finanziarsi un nuovo viaggio. Nel 1891 Paul Gauguin raggiunge Tahiti, dove, oltre che dipingere, inizia a scrivere un racconto autobiografico "Noa Noa". Due anni dopo, una malattia agli occhi, la solitudine ed anche la mancanza di denaro lo costringono a far ritorno a Parigi insieme alla sua compagna giavanese, Anna. Dal viaggio riporta molti dipinti originali che tenta di vendere, sempre con scarso successo. Una inaspettata eredità è il colpo di fortuna che permette a Paul Gauguin di tornare nel 1895 nei mari del Sud. Gli ultimi anni di vita di Paul Gauguin sono funestati dalla morte della figlia Arline e dalle malattie che, nel pesante clima tropicale, lo colpiscono. Il pittore, già debilitato dall'alcool e da una grave forma cardiaca, contrae la sifilide e, nel 1898, tenta il suicidio. Gauguin, che entra ed esce dagli ospedali si trasferisce nelle Isole Marchesi, ma sognando di tornare in patria, muore ad Atuona, Hiva Oa il 18 Maggio 1903. Il suo ultimo quadro rappresentava un paesaggio innevato.</span></div><br /><br /><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><div><span style="font-family:Times New Roman;">Per chi volesse approfondire quest'artista riportiamo di seguito i luoghi e le date in cui poterlo vedere:</span></div><br /><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><div><span style="font-family:times new roman;">fino al 8.3.2008</span></div><div><span style="font-family:times new roman;">Impressionist and Modern Masters Colorado Springs Fine Arts Center, Colorado Springs, CO </span></div><span style="font-family:times new roman;"><br /><div>fino al 24.2.2008</div><div>Paula Modersohn-Becker und die Kunst in Paris um 1900 Kunsthalle Bremen, Brema </div><br /><div>fino al 24.2.2008</div><div>Paris leuchtet Städtische Galerie Delmenhorst, Delmenhorst </div><br /><div>fino al 13.1.2008</div><div>Wien-Paris - Van Gogh, Cézanne und Österreichs Moderne Österreichische Galerie Belvedere, Vienna </div><br /><div>fino al 13.1.2008</div><div>Impressionist and Modern Masters from The Cleveland Museum of Art The Cleveland Museum of Art, Cleveland, OH </div><br /><div>fino al 6.1.2008</div><div>Die andere Sammlung. Hommage an Hildy und Ernst Beyeler Foundation Beyeler, Riehen </div><br /><div>fino al 6.1.2008</div><div>Bonjour Russland - Französische und Russische Meisterwerke von 1870–1925 Stiftung Museum Kunst Palast, Düsseldorf</span> </div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-64060788714317331742008-01-01T19:15:00.000+01:002008-01-01T19:19:19.449+01:00Genialità familiare, i fratelli Bueno<div> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCdzUpyTu0Tw2KP32XDMkgeGhypaX87U7EPR20UxYDZt6xreIHlBDnznznQ8mgFUOwzAWqAgTK44rT4qd-eex5doPIL0CCD4LCd5sqe8DLV_cIkV8dl8aLGvYoEhh2K0GRlar-BDk-uEnr/s1600-h/BUENO%2520X_%252040x30.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5150574043693126882" style="WIDTH: 192px; CURSOR: hand; HEIGHT: 246px" height="192" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCdzUpyTu0Tw2KP32XDMkgeGhypaX87U7EPR20UxYDZt6xreIHlBDnznznQ8mgFUOwzAWqAgTK44rT4qd-eex5doPIL0CCD4LCd5sqe8DLV_cIkV8dl8aLGvYoEhh2K0GRlar-BDk-uEnr/s320/BUENO%2520X_%252040x30.jpg" width="192" border="0" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaRzt3DZzd-BySlBSVq9YwHy8bgqovFxMOOWBKfe-id4z-S4s3viLH_iWVjt-ZCcX6nXIv2K9qBvbw_rQOqP6GSxsqnXhS20uFqV2cr7o0rEQL5-Iy2tM17YiVFl1t7R1iGyID9KH-lIs9/s1600-h/0125.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5150573893369271506" style="CURSOR: hand" height="199" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaRzt3DZzd-BySlBSVq9YwHy8bgqovFxMOOWBKfe-id4z-S4s3viLH_iWVjt-ZCcX6nXIv2K9qBvbw_rQOqP6GSxsqnXhS20uFqV2cr7o0rEQL5-Iy2tM17YiVFl1t7R1iGyID9KH-lIs9/s320/0125.jpg" width="178" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Antonio Bueno nasce a Berlino il 21 luglio 1918 e muore a Fiesole il 26 settembre del 1984. Figlio di genitori spagnoli, compie i suoi studi a Madrid, successivamente frequenta l’Accademia di Belle Arti a Ginevra ed Ecole des Beaux-Arts di Parigi come allievo di Bianchet prima e di Guerain poi. Nel 1939 si trasferisce in Italia a Firenze con il fratello Xavier.Dopo varie esperienze giovanili e con varie sperimentazioni svolte dal 1949 al 1953 nell’ambito della rivista d’Avanguardia Numero diviene assertore di una pittura neofigurativa tendente al recupero di alcune componenti della scuola metafisica italiana. Nel 1952 ha luogo la sua prima mostra personale alla Bussola di Torino. Seguono svariate mostre personali:nel 1953 alla Galleria Numero di Firenze, al Cavallino di Venezia, alla Barbaroux di Milano; nel 1954 una personale alla Vigna Nuova di Firenze. Nel 1956 espone alla Biennale di Venezia e l’anno successivo compie un lungo viaggio di studi e ricerche negli stati Uniti dove vengono allestite anche delle mostre personali a New York e a Los Angeles. Nel 1961 effettua una importante mostra anche a Londra. Nel 1968 ha luogo la sua prima personale alla Biennale di Venezia alla quale seguono i ripetuti inviti alla Quadriennale di Roma, Premio Marzotto e Premio Fiorino. E’ successivamente presente alla mostra della Giovane pittura italiana, alla mostra Espana Libre, al Festival des Arts Plastiques di Sopot, allo Italian Festival di San Francisco e alla Mostra “Atti Impuri” del gruppo 70 a Pechino. Nel 1962 firma il primo manifesto di Nuova Figurazione. Nel 1963 a Palazzo Strozzi di Firenze è presente all’esposizione di questa nuova tendenza. Partecipa a Palermo ed a Reggio Emilia agli Incontri del Gruppo 63 ed è tra i fondatori del gruppo fiorentino nel 1970.</span></div><br /><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><br /><p><span style="font-family:times new roman;">Xavier Bueno, nasce a Vera de Bidasoa (Spagna) nel 1915, e scomparve a Fiesole (Fi) il 17 luglio del 1979. Frequenta dapprima l'Accademia di S. Fernando a Madrid e quindi prosegue gli studi a: Ginevra, dove esordisce nel 1937 con una personale, esponendo opere caratterizzate da un forte Realismo spagnolo; ed a La Grand Caumiere di Parigi, allievo di Diase Blanquet. Negli anni Quaranta insieme al fratello Antonio, a Sciltian e Annigoni partecipa al gruppo Pittori Moderni della Realtà. La sua pittura si caratterizza, dagli anni Cinquanta in poi, per un Realismo di forte contenuto sociale a volte con accenti patetici. Scrive Salvatore Quasimodo: "Un'attenzione particolare meritano le nature morte di Bueno sollevate nello spazio senza fondo, in cui gli spessori sono creati dal ritmo degli oggetti, sottratti ad una assenza metafisica". I soggetti maggiormente presi in considerazione sono rappresentati da immagini sofferenti e malinconiche di donne e bambini. La sua opera si ispira ai dipinti di Goya e di Delacroix. Utilizzò tecniche tradizionali, tecnica mista di olio e sabbia su tela. Tra le tele più note ricordiamo "Il guerrigliero morto". Personali: Galleria Il Vaglia a Firenze, Rotta di Genova. Il Vertice di Milano, La Bussola di Torino, Museo di Piacenza.</span></p></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-78446269713473961442007-12-09T23:06:00.000+01:002007-12-09T23:13:21.154+01:00I maestri dell'800: Edouard Manet<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRWcZxWxZ7qx_RwLIQuqrkfO4M-g5wufxWK4EXwINO2uvYWT9fHKqTd_grNeHWSRfAU8L5RZvSDbWBe881P80EDovgMJtXM2ynIFF33VL9-HuW0yooV4aKGQ-jA-DDuDbY8R6yKAXh-LaR/s1600-h/191B1814.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5142099285099176882" style="CURSOR: hand" height="246" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRWcZxWxZ7qx_RwLIQuqrkfO4M-g5wufxWK4EXwINO2uvYWT9fHKqTd_grNeHWSRfAU8L5RZvSDbWBe881P80EDovgMJtXM2ynIFF33VL9-HuW0yooV4aKGQ-jA-DDuDbY8R6yKAXh-LaR/s320/191B1814.jpg" width="168" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-QR_io4PlRLSLLpysxSpyXDJ7fw3t-PHAs3SUgJLzhxFTyboTJ3uHFPHdf0nh0iC_s4t4kxjJBY8Uiu7ON_jrqv-BYDP_4aZcTpZMz-e2BcK1n5VaioQgkbIyC30RK4Yy4D7ceNYIKLqr/s1600-h/manet-edouard-bar-in-folies-bergere-2601747.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5142099435423032258" style="WIDTH: 209px; CURSOR: hand; HEIGHT: 158px" height="111" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-QR_io4PlRLSLLpysxSpyXDJ7fw3t-PHAs3SUgJLzhxFTyboTJ3uHFPHdf0nh0iC_s4t4kxjJBY8Uiu7ON_jrqv-BYDP_4aZcTpZMz-e2BcK1n5VaioQgkbIyC30RK4Yy4D7ceNYIKLqr/s320/manet-edouard-bar-in-folies-bergere-2601747.jpg" width="209" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Edouard Manet, nasce a Parigi il 23 gennaio 1832 in una famiglia della ricca borghesia parigina, (il padre era Giudice, la madre era figlia di un Diplomatico). Destinato a seguire la professione paterna , iscritto al Collège Rollin nel 1839, Edouard si rivela uno studente svogliato, affascinato più dalla pittura che da qualsiasi altra materia. Poichè il padre si oppone fermamente a che il figlio intraprenda la carriera artistica, disdicevole per la sua classe sociale, Edouard Manet tenta la carriera navale, senza però riuscire a superare l'esame d'ammissione all'Accademia. Nonostante la bocciatura, il forte desiderio di indipendenza ed il carattere ribelle, spingono Edouard Manet ad arruolarsi sedicenne come mozzo su un mercantile, salpando con una nave diretta a Rio de Janeiro. Al ritorno dall'esperienza marinara, Edouard Manet, obbligato da padre a scegliere fra École des Beaux-Arts e lo studio del ritrattista e pittore storico Thomas Couture, noto esponente della scuola classicista, accetta, suo malgrado, la seconda soluzione. Durante i sei anni successivi Manet contesta il maestro per i soggetti proposti, ma assimila ogni lezione circa la tecnica pittorica di stile tradizionale approfondendo la conoscenza dei capolavori del passato. Il desiderio di Edouard Manet è affermarsi nel mondo artistico ufficiale, quello del Salon e, quasi ogni anno presenta alcune sue opere alla giuria, qualche volta accettate e qualche volta respinte. Nel 1861 Manet partecipa per la prima volta al Salon, ottenendo buone critiche, ma le opere presentate in seguito verranno criticate aspramente. Nel 1863 realizza ed espone al Salon des Refusés, il nuovo spazio espositivo che Napoleone III aveva messo a disposizione agli artisti respinti dal Salone ufficiale, "Le déjeuner sur l'herbe", suscitando grande scandalo per la provocatoria raffigurazione di una donna nuda accanto a due uomini vestiti di tutto punto. A Parigi Edouard Manet frequenta l'ambiente degli artisti che si riuniscono al Café Guerbois e alla Nouvelle Athènes, gli Impressionisti. Anche se la critica ufficiale considera Manet un pittore impressionista, anzi, il padre dell'Impressionismo, lui stesso rifiuta questa collocazione e non partecipa mai alle esposizioni del gruppo. Nel 1865 Edouard Manet intraprende un viaggio che lo porta a vedere e studiare le opere pittoriche in Germania, in Italia, nei Paesi Bassi. e in Spagna dove si lascia influenzare particolarmente idalle opere di Frans Hals, Diego Velázquez e di Francisco Goya. Dopo questa esperienza Manet si appassiona a scene spesso spagnoleggianti ed ai ritratti, ripresi con ampie e vivaci pennellate. Ispirandosi alla Venere del Tiziano, Edouard Manet espone il nudo "L'Olimpia", occasione di un nuovo scandalo nei salotti parigini. Manet, che preferiva dipingere nel proprio studio, trascorse con Claude Monet ad Argenteuil l'estate del 1874, a dipingere "en plein air" sulla sua barca-atelier, guadagnando con la frequentazione del collega impressionista, toni più luminosi per la sua pittura. Anche le nature morte sono un cavallo di battaglia fra i soggetti dipinti da Manet e, negli anni della sua vita artistica, queste composizioni raggiungono una leggerezza e perfezione inarrivabili, come i ritratti e gli interni di cui riesce a rendere la precisa atmosfera. Edouard Manet muore a Parigi dopo lunga malattia il 30 aprile 1883 lasciando numerosi "imitatori", oltre ai 420 quadri a olio, numerosi acquerelli e pastelli.</span></div><br /><br /><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><div><span style="font-family:Times New Roman;">Per chi volesse approfondire quest'artista riportiamo di seguito i luoghi e le date dove poterlo vedere:</span></div><br /><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><div><span style="font-family:times new roman;">fino al 27.4.2008</span></div><div><span style="font-family:times new roman;">Modern Masters from the Guggenheim Collection Guggenheim Hermitage Museum, Las Vegas, NV </span></div><span style="font-family:times new roman;"><br /><div>fino al 20.1.2008</div><div>L´Impressionnisme, vu de France et d Amérique Musee de Grenoble, Grenoble </div><br /><div>fino al 13.1.2008</div><div>Impressionists by the Sea The Phillips Collection, Washington, DC </div><br /><div>fino al 13.1.2008</div><div>Inspiring Impressionism The High Museum of Art, Atlanta, GA</span> </div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-16566851441235162812007-11-24T18:31:00.000+01:002007-11-24T18:36:37.746+01:00L'artista del "segno", Agostino Ferrari<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMAFtHoxZUgAG9LaNQ4f0iHK-X8P-Ufs9Hj36KMAw7cY1rYUJusQFHIG3AU3ztwPSwl3Cs8g6WYxFIx_gDxOryqPwcP0gDie2i2_YdmUs4LFN7zeLF_-GeTBd88k5FOQdPoVeNYwrNkKE7/s1600-h/agostino+ferrari.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5136461814333042114" style="WIDTH: 205px; CURSOR: hand; HEIGHT: 255px" height="264" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMAFtHoxZUgAG9LaNQ4f0iHK-X8P-Ufs9Hj36KMAw7cY1rYUJusQFHIG3AU3ztwPSwl3Cs8g6WYxFIx_gDxOryqPwcP0gDie2i2_YdmUs4LFN7zeLF_-GeTBd88k5FOQdPoVeNYwrNkKE7/s320/agostino+ferrari.jpg" width="218" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdbQwdwjcPT8OnsBCZ2Ib-Tndlom_dxkANLESrI3BmicxAN8RzWZwq0V1LjT06aou8gd31F7FaRCdkys_pvh3Q91MxqKL32YHXPkPzdwyZz0uGVaYZTux_S4kDw2KtuEKZsO14m-oJ6ZJU/s1600-h/ferrari.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5136461943182061010" style="WIDTH: 178px; CURSOR: hand; HEIGHT: 189px" height="194" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdbQwdwjcPT8OnsBCZ2Ib-Tndlom_dxkANLESrI3BmicxAN8RzWZwq0V1LjT06aou8gd31F7FaRCdkys_pvh3Q91MxqKL32YHXPkPzdwyZz0uGVaYZTux_S4kDw2KtuEKZsO14m-oJ6ZJU/s320/ferrari.jpg" width="188" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Agostino Ferrari nasce a Milano il 9 novembre 1938. Attratto dal mondo dell'arte sin dall'infanzia, nel 1959 inizia l'attività di pittore. Nel 1961 si inaugura la sua prima mostra personale alla galleria Pater di Milano con la presentazione di Giorgio Kaisserlian; importante è l'incontro con Angelo Verga, Ettore Sordini, Ugo La Pietra, Alberto Lùcia e Arturo Vermi, con il quale ha già un rapporto di amicizia. Questo incontro segna la nascita, nel 1962, dei gruppo del "Cenobio". Il gruppo, che ha vita breve, lascia una testimonianza importante nella poliedrica situazione milanese di quel periodo, ed è fondamentale per Ferrari in quanto inizia la sua ricerca sul segno che sarà il filo conduttore di tutta la sua opera. Nel 1963 il segno si tramuta in una vera e propria scrittura, una grafia policroma, dinamica. Nel biennio 1964-1965 compie due viaggi a New York che gli permettono di conoscere l'ambiente della pop art e artisti come Lichtenstein, Rauschenberg, Jasper Johns, Billy Apple ecc. In questo periodo dipinge i Labirinti. L'esperienza americana pur lontana dalla visione artistica di Ferrari, influisce sul segno, che assume via via un valore più plastico. Tra il 1966 e il 1967 inizia una serie di opere dal titolo Teatro del segno, nelle quali il segno si manifesta sotto forme diverse ma sempre come protagonista assoluto dell'opera e quasi contemporaneamente una serie dal titolo Forma Totale, nelle quali la ricerca dell'artista è di carattere plastico, come scrive anche Lucio Fontana. Nei primi anni Settanta Ferrari pone l'attenzione verso altri due elementi essenziali nella composizione artistica: colore e forma. Nel 1972 presenta le opere intitolate SegnoForma-Colore. Nel 1972 alla Galleria San Fermo e nel 1974 al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano Ferrari presenta l'organizzazione del Segno-Forma-Colore all'interno dello spazio di 20'000'000 di anni luce proposto da Vermi. Dal 1972 al 1975 egli cerca di determinare le relazioni psicologiche che hanno su di lui i colori. Questo lavoro lo porta a realizzare nel 1975 un'opera di grandi dimensioni: l'Autoritratto. Tra il 1976 e il 1978 realizza l'Alfabeto, gruppo di opere che rappresentano la sintesi di quanto contenuto nell'Autoritratto. Nel 1978 riemerge in Ferrari la voglia di esprimersi con il segno, in quanto è l'unico elemento ad avere una maggior "aderenza ai suoi stati d'animo". Realizza così i Giardini e i Ricordi, opere composte da segni giocosi, che sono il tentativo di dar vita ad una pittura non impegnata. Dopo tale esperienza nasce il desiderio di "rifondazione". Dagli anni Ottanta, il segno diviene protagonista incontrastato degli Eventi, opere nelle quali l'artista non usa le scritture per raccontare ma per "fermare" se stesso su un "simbolo di pagine tempo". Queste opere sono realizzate con la sabbia che gli permette di esprimere tutta la teatralità del segno. Sono opere nelle quali si legge tutta la liricità dell'artista. Nel 1995 partecipa alla serie di quattro mostre dedicate al gruppo del "Cenobio": a Palazzo Martinengo a Brescia, alla Galleria Peccolo di Livorno, all'Artestudio a Milano ed allo Studio Delise a Portogruaro. Nel 1996, presso la Galleria Lorenzelli a Milano, Ferrari presenta per la prima volta i Frammenti opere nelle quali la linearità del segno ha lasciato posto al caos, le forme si incontrano e si scontrano liberamente nello spazio della tela. Le ultime creazioni di Ferrari sono le Maternità. Questo è un tema assai importante per Ferrari che ritorna periodicamente con dialettiche formali diverse ma con contenuti costanti. Qui il rapporto fra una parte e il tutto di cui scriveva Fontana, è rappresentato da una parte centrale del quadro nella quale sono date tutte le informazioni come fosse una numerazione di ipotesi sistematica e con la parte esterna al centro dove le stesse informazioni assumono un valore prevalentemente plastico. Il lavoro attuale di Ferrari si incentra sulla realizzazione di opere alle quali l'autore dà il titolo di "Oltre la soglia", nelle quali una parte del quadro è dominato dal racconto segnico ed un'altra parte è rappresentata da una superficie nera sulla quale il racconto si annulla o si modifica. L'evidente passaggio di soglia fra un piano e l'altro chiarisce il titolo dell'opera stessa.</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-14561442766267488212007-11-17T13:33:00.000+01:002007-11-17T13:40:59.182+01:00I maestri dell'800: Georges-Pierre Seurat<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGUdm7boIcyjNzrF-aBoiVVOBmsEG83z7fZ_N-mCWiO-4Mj_l0dpSADbhv1L6I8DADcLITK12QN1L2klRyBD1iWQm8PPmRlx2Io_rDBtKJti7p05yAaV2-2U3AKJ3FXz3ZtVTWpOqaMVkB/s1600-h/300px-Georges_Seurat_019.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5133787583010958770" style="WIDTH: 179px; CURSOR: hand; HEIGHT: 204px" height="211" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGUdm7boIcyjNzrF-aBoiVVOBmsEG83z7fZ_N-mCWiO-4Mj_l0dpSADbhv1L6I8DADcLITK12QN1L2klRyBD1iWQm8PPmRlx2Io_rDBtKJti7p05yAaV2-2U3AKJ3FXz3ZtVTWpOqaMVkB/s320/300px-Georges_Seurat_019.jpg" width="186" border="0" /></a> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHolH-KhFKstQGS2ZnTkuKKFaqZAUjKVxAirwE8LRlGEgS23TABWqjg4cOJ8RmcjPySCeAYcE5DufgIwMlo104WL4unccglksxHlR8M1uuyvUwKU7MKwaBLtGJFexNu54jPGPbNGqEW3WI/s1600-h/Seurat1.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5133787436982070690" style="WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 134px" height="136" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHolH-KhFKstQGS2ZnTkuKKFaqZAUjKVxAirwE8LRlGEgS23TABWqjg4cOJ8RmcjPySCeAYcE5DufgIwMlo104WL4unccglksxHlR8M1uuyvUwKU7MKwaBLtGJFexNu54jPGPbNGqEW3WI/s320/Seurat1.jpg" width="204" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Georges-Pierre Seurat nacque a Parigi in Francia il 2 dicembre 1859 da una famiglia agiata ma un considerata un po' originale. Il padre Antoine–Chrysostome aveva lasciato l'attività di avvocato precocemente per dedicarsi al giardinaggio ed a strane cerimonie religiose. Nel 1871 Seurat si rifugia con la famiglia a Fontainebleau per scappare all'insurrezione popolare passata alla storia con il nome di Comune di Parigi; finita la sommossa ritorna a Parigi. Nel 1875 si iscrive ad un istituto artistico, per essere poi ammesso all'Ecole des Beaux – Arts. Nel 1879 visita la quarta mostra degli Impressionisti e rimane colpito dai quadri di Claude Monet e Edgar Degas. Dopo alcuni mesi parte per la guerra; solo al ritorno, nel 1880, aprirà un proprio studio. Tra il 1881 ed il 1882 Seurat produsse un gran numero di studi che rappresentavano persone al lavoro ed alcuni ritratti tra cui uno viene accettato al Salon nel 1883. Nel 1884 il suo quadro Une baignade à Asnières venne respinto al Salon di Parigi (esposizione biennale che si teneva nella Parigi ottocentesca e i cui organizzatori controllavano l'intero settore artistico), ma riuscì egualmente ad esporlo al Salon des Indépendants; da allora non sottopose più alcun dipinto alla Commissione del Salon. Sempre in quegli anni Seurat conosce un altro pittore Paul Signac, un autodidatta cresciuto alla scuola degli impressionisti e co-fondatore del Salon des Indépendants. Nel 1886 espone all'ottava ed ultima mostra del Salon il quadro Una domenica pomeriggio nell'isola della Grande Jatte (o semplicemente la Grande Jatte): il dipinto fece scalpore ed i critici ne riconobbero l'importanza e così Seurat poté diventare un punto di riferimento del neo-impressionismo. Il pittore era famoso anche per il suo riserbo sia nel lavoro sia nella vita privata: infatti nel 1888 si innamorò di una sarta, Madeleine Knobloch, da cui nel 1890 ebbe un figlio, (Pierre–Georges), all'insaputa della famiglia di Seurat, infatti la famiglia ne verrà a conoscenza solo quanto il pittore sarà in punto di morte. Nel 1891 Seurat fu colpito da un'infezione alla gola e le sue condizioni peggiorarono in pochi giorni tanto che il 29 marzo morì all'età di soli 31 anni; venne seppellito nel cimitero parigino di Père Lachaise accanto al figlio morto sole due settimane dopo. Seurat è spesso associato agli impressionisti, ma in realtà lui si differenziò dalla loro concezione artistica; fu la figura guida del movimento post-impressionista ed il fondatore del Neo-impressionismo. Uno dei soggetti preferiti di Seurat erano le Marine. Molte sue vedute avevano una vaga somiglianza con le opere di Claude Monet. Ma mentre Monet come gli altri impressionisti eseguivano i loro quadri totalmente all'aperto, Seurat abbozzava solo uno schizzo all'aperto per poi dipingere la tela completamente nel suo studio. Un altro suo soggetto preferito erano le scene portuali. Di solito amava dipingere porti deserti, quasi ad echeggiare una costante malinconia. Il pittore si dedicò molto anche a realizzare gli schizzi, essenzialmente di due tipi: quelli che servivano da materiale preparatorio per grandi composizioni e quelli che erano di per se stessi opere d'arte. Questi ultimi venivano chiamati da Seurat "croquetons" (piccoli schizzi) che risalgono agli inizi della carriera ed erano realizzati su pannelli di legno (di solito coperchi di scatole di sigari). Nelle opere più tarde Seurat fu attratto dalle manifestazioni popolari e dagli spettacoli di Parigi, che gli permettono di applicare la tecnica divisionista anche alla luce artificiale. Gli diedero anche l'opportunità di raffigurare il movimento, rispondendo così ai critici che giudicavano le sue opere troppo statiche. Negli anni 1887-1888 realizzò alcuni disegni che ritraevano artisti di caffè-concerto, disegni da cui ebbero poi origine alcuni suoi dipinti. Per il tema del circo prese invece spunto dai manifesti di Jules Chéret diffusi in tutta Parigi. </span></div><br /><br /><div></div><div></div><div><span style="font-family:times new roman;">Per chi volesse approfondire quest'artista riportiamo di seguito i luoghi e le date dove poterlo vedere:</span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;"></span></div><div><span style="font-family:times new roman;">fino al 13.1.2008</span></div><div><span style="font-family:times new roman;">Wien-Paris - Van Gogh, Cézanne und Österreichs Moderne Österreichische Galerie Belvedere, Vienna</span></div><span style="font-family:times new roman;"><br /><div>fino al 7.1.2008</div><div>Georges Seurat - The Drawings MoMA - Museum of Modern Art, New York, NY</span></div></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5470597971305380314.post-12766888389151066382007-11-08T18:38:00.000+01:002007-11-08T18:48:31.088+01:00VB 61 STILL DEATH! DARFUR STILL DEAF?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNYLeCT4OSFkKozh8XszAc726dEQFRPxulT92rOkoeOViG-oGvMtx8ANdt7kxzNZUXPzv0_1FWGmB9-prgpLJ2Iz2dP5-Xcyg4BFOziLbTBLFbAAWfOkDthUUsuZ8iGn0WnYZF6DVpwGmq/s1600-h/vanessa_beecroft_4.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5130527425235672530" style="CURSOR: hand" height="189" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNYLeCT4OSFkKozh8XszAc726dEQFRPxulT92rOkoeOViG-oGvMtx8ANdt7kxzNZUXPzv0_1FWGmB9-prgpLJ2Iz2dP5-Xcyg4BFOziLbTBLFbAAWfOkDthUUsuZ8iGn0WnYZF6DVpwGmq/s320/vanessa_beecroft_4.jpg" width="399" border="0" /></a><br /><div><span style="font-family:times new roman;"><em></em></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;"><em>“Trenta donne sudanesi sono stese a terra sopra una tela bianca. Sono posate a faccia in giù, come corpi morti, ammassate una sull'altra. I loro occhi sono chiusi e i loro corpi immobili. Non c'è dialogo o suono. Il colore della pelle delle donne è scurito da trucco nero. Una larga pennellata orizzontale di pittura rossa percorre la tela e i corpi delle donne, evocando una performance pittorica dell'Azionismo Viennese (1960-1971). La pennellata percorre la tela e schizza al suolo. L'evento mima le dimostrazioni degli anni '70 di operai e studenti contro il governo e i capitalisti. La tela agisce sia come palcoscenico della performance sia come pittura. Diventa rappresentazione dei violenti massacri in corso in Africa, in particolare il genocidio in atto nella regione del Darfur, in Sudan. L'immagine cruda della performance presenta dal vivo ciò che è mostrato quotidianamente dalla tv ad un pubblico desensibilizzato. Enfatizza la necessità di capire la realtà, oltre lo spettacolo televisivo, e di comprendere il ruolo che l'occidente gioca in esso al di là del sensazionalismo della morte e della confusione della guerra”.</em></span></div><div><span style="font-family:times new roman;">Vanessa Beecroft</span></div><br /><div></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">Vanessa Beecroft , nata a Genova nel 1969, è un'artista italiana di arte contemporanea. Vive a New York. È considerata una delle artiste più innovative e accreditate nel panorama contemporaneo internazionale. Di madre italiana e padre inglese, ha trascorso parte della sua infanzia a Malcesine (sul lago di Garda).Tornata a Genova, dopo aver frequentato il Liceo Artistico del capoluogo ligure ed essersi diplomata all'Accademia Ligustica di Belle Arti, si iscrive alla facoltà di Architettura, per poi trasferirsi all'Accademia di Belle Arti Palazzo di Brera, dove si diploma nel 1993. Attualmente vive a lavora a New York, che l'artista stessa definisce il primo paese in cui mi sono sentita casa. La scelta espressiva della Beecroft matura fin da giovanissima è stata quella di pensare e realizzare performance, utilizzando il corpo di giovani donne più o meno nude, questo straordinario materiale umano viene mosso secondo precise coreografie come su una scacchiera invisibile, con opportuni commenti musicali o con lo studiato variare delle luci. Ciascuna delle partecipanti deve attenersi con scrupolo a una serie di precise e inderogabili norme che l'artista impone prima di ciascuna azione, per comporre dei veri e propri “quadri viventi”, esposte in gallerie e musei di arte contemporanea. L'artista pone al centro della propria riflessione i temi dello sguardo, del desiderio e del volubile mondo della moda. Private di ogni possibilità di dialogo o di relazione, esse appaiono congelate al di là di un'invisibile barriera. Al tempo stesso il loro mutismo e il loro totale isolamento producono lo strano effetto di far rimbalzare lo sguardo di chi guarda su sé stesso, trovandosi in una situazione di disagio. La sua prima performance è stata tenuta presso la galleria di Luciano Inga Pin di Milano, durante il Salon Primo dell'Accademia di Belle Arti al Palazzo di Brera. Segnalata da Giacinto Di Pietrantonio, ha tenuto la sua prima mostra personale nel 1994 presso la Galleria Fac-Simile a Milano dove esponeva anche il suo compagno Miltos Manetas.</span></div><br /><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><div><span style="font-family:Times New Roman;">Per chi volesse approfondire quest'artista riportiamo di seguito i luoghi e le date dove poterla vedere:</span></div><div><span style="font-family:Times New Roman;"></span></div><br /><div><span style="font-family:times new roman;">fino al 31.1.2008</span></div><div><span style="font-family:times new roman;">Les Fleurs du Mal ARCOS - Museo di Arte Contemporanea del Sannio, Benevento </span></div><span style="font-family:times new roman;"><br /><div>fino al 12.1.2008</div><div>The Incomplete CAM - Chelsea Art Museum, New York, NY </div><br /><div>fino al 7.1.2008</div><div>Senso Unico P.S.1 Contemporary Art Center, Long Island </div><br /><div>fino al 30.12.2007</div><div>Collectors 1 - Collezione La Gaia Cesac - Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, Caraglio </div><br /><div>fino al 30.12.2007</div><div>FACADES Krannert Art Museum, Champaign, IL </div><br /><div>fino al 25.11.2007</div><div>FOTO.KUNST - Zeitgenössische Fotografie aus der Sammlung Essl Sammlung Essl - Kunsthaus, Klosterneuburg</span></div>Administratorhttp://www.blogger.com/profile/03619427827546942585noreply@blogger.com0