mercoledì 13 febbraio 2008

Pillole d'Arte: Gerardo Dottori



Pittore, poeta e uomo di profonda cultura, Gerardo Dottori nasce a Perugia nel 1884, orfano di padre, compiute le elementari lavora presso un antiquario per circa quattro anni, poi si concede un periodo di riflessione, che trascorre girovagando nelle campagne circostanti la città. Frequenta quindi l’Accademia di Belle Arti e, tra il 1904 e il 1905, inizia a dipingere secondo i dettami formali del Movimento Divisionista. Nel 1906 a Milano opera come riquadratore e pittore di stanze; poco dopo, disoccupato, è costretto a rientrare a Perugia. Nel 1912 aderisce al Movimento Futurista, avanguardia culturalmente avanzata e provocatoria, scelta fondamentale che orienterà l’intero percorso artistico. Al ritorno dalla guerra del 1915 - 1918 ( durante la Grande Guerra scrive "parole in libertà" sotto lo pseudonimo di G. Voglio), fonda a Perugia la rivista “Griffa”. Nel 1926 si trasferisce a Roma, dove risiede fino al 1939 e collabora con diverse testate giornalistiche. Nel 1929 firma con i futuristi Balla, Marinetti, Depero, Fillia, Prampolini, Tato, Somenzi il Manifesto futurista dell’Aeropittura e successivamente nel 1941, concepisce il Manifesto futurista umbro dell'aeropittura, intrerpretando con armonia le suggestioni meccaniche e il senso lirico del paesaggio, la sua produzione, legata a un genius loci umbro, rappresenta il versante ecologista dell'aeropittura. Nel 1939, rientra a Perugia in seguito all’incarico di docente alla locale Accademia di Belle Arti, successivamente, dal 1940 al 1947 dirigerà l’istituto. Abbandona l’insegnamento nel 1967. Gerardo Dottori è presente in 11 edizioni della Biennale di Venezia dal 1924 al 1942, dov’è il primo futurista a proporsi e viene regolarmente invitato a ogni Quadriennale romana fino al 1948 e a numerosissime esposizioni nazionali ed estere. Muore a Perugia nel 1977.

sabato 2 febbraio 2008

I maestri dell'800: Vincent van Gogh



Vincent van Gogh: nasce a Zundert nel Brabante, il 30 Marzo 1853. Il padre, pastore protestante viene da una famiglia borghese che annovera pastori, uomini di mare, mercanti d'arte. Tra il 1864 e il 1868 frequenta prima un collegio a Zevenbergen, poi la Scuola Tecnica Statale Superiore di Tilburg. Nel Marzo 1868, forse per difficoltà economiche familiari, lascia gli studi. L'anno seguente, a Luglio va all' Aja dove venne assunto come commesso nella succursale olandese della casa d'arte francese Goupil e C.ie. Questo primo lavoro è merito dello zio paterno Vincent, mercante di quadri che dal 1861 si è associato con Adolphe Goupil e Léon Boussod. Nel 1872 inizia la lunga e regolare corrispondenza con il fratello Theodorus, di quattro anni più giovane, documento letterario ed umano di impressionante autenticità, fonte essenziale di notizie sulle opere, le idee, gli scopi di van Gogh. Nel 1873 viene trasferito alla sede di Londra e dal maggio 1875 all'Aprile 1876 lavora alla casa madre a Parigi, ha una casa a Montmartre, visita musei ed esposizioni. Questi anni a contatto diretto con il mercato dell'arte sono importanti per la decisione di divenire pittore e fanno nascere in lui il principio della assoluta correlazione tra vendita e prodotto artistico che gli varrà come giustificazione nell'accettare e pretendere dal fratello Theo (che dal 1880 lavora da Goupil) un assegno mensile come corrispettivo per la opere che regolarmente gli invia. Nell'Aprile del 1876 lascia la casa d'arte, che nel frattempo ha mutato la intestazione sociale in Boussod a Valadon, e ritorna in Inghilterra. Trova lavoro prima come insegnante a Ramsgate, poi come assistente predicatore a Isleworth. A fine anno si ricongiunge con la famiglia che vive ad Etten. Nel 1877, tra il Gennaio e Aprile, fa il commesso libraio a Dordrecth. In maggio convince il padre a lasciargli seguire la vocazione religiosa che si è consolidata in lui nell'ultimo anno e si trasferisce ad Amsterdam dove studia per essere ammesso alla Facoltà di Teologia. Ha difficoltà con il greco ed il latino che comunque reputa materie estranee ad una attività evangelizzatrice. Nel 1878 segue a Bruxelles corsi più semplici che abilitano a fare il predicatore ma anche qui non viene ritenuto idoneo. Ottiene egualmente di lavorare come missionario nella zona mineraria del Borinage e nel 1879 svolge il proprio apostolato, considerato anomalo per eccessivo fanatismo, a Wasmes e a Cuesmes. A contatto con i minatori, commosso dalla loro vita faticosa e dai rustici ambienti, come aveva già fatto in Inghilterra, realizza qualche disegno, legge moltissimo, scrive d'arte a Theo. A metà anno è tuttavia sospeso dall'incarico,in condizioni di estrema indigenza continua la sua missione sociale di assistenza ai minatori mentre il disegno comincia ad avere un ruolo decisivo. Studia sui manuali di Charles Bargue e si esercita copiando dai pittori contadini come Jean Francois Millet e Jules Breton, con quest'ultimo cerca di incontrarsi raggiungendo a piedi Carrières, dove l'artista vive, ma vi rinuncia deluso dall'aspetto borghese del suo atelier. Nell'Ottobre del 1880, risoluto a diventare pittore, si stabilisce a Bruxelles. Frequenta artisti come Willem Roelofs e Anton van Rappard con il quale avvia un profondo legame di amicizia intrattenendo una corrispondenza per i cinque anni seguenti. Nel 1881, in primavera, è di nuovo dai genitori ad Etten, disegna moltissimo, soprattutto figure di contadini e di lavoratori. Nel 1881 ha un turbolento ed univoco legame sentimentale. la seconda dopo Londra, con Kee Vos una giovane cugina vedova, che lo respinge. A fine anno per breve tempo, è all'Aja. Prende lezioni da Anton Mauve che gli è parente per via di madre e che lo spinge a dipingere oltre che a disegnare. Grazie a Mauve conosce le opere degli artisti della scuola dell'Aja: Josef Israels, J.Hendrik Weissenbruck Willem Maris, Theophile De Bock; diviene amico di George Hendrik Breitner con il quale disegna a più riprese. A quel periodo risale la passione per le stampe inglesi Heads of People drawn from Life apparse su The Graphic che non lo abbandonerà più. Il legame con Mauve si allenta tuttavia perché van Gogh, da realista assoluto come vuole essere, rifiuta di copiare da modelli in gesso. Continua a lavorare isolato, fa disegni e acquerelli: vedute cittadine,figure caratteristiche e gente di popolo, nel frattempo vive con Clasina Maria (Sien) Hoornik, una prostituta segnata dal vaiolo, alcolizzata e incinta, che ha già una bambina. Questa scelta di vita porta alla rottura con quanti conosce all'Aja, da Mauve a Tersteeg che dirige la casa di Goupil, e provoca la totale disapprovazione di Theo che da qualche tempo lo sovvenziona regolarmente permettendogli di seguire la propria vocazione artistica. Nel Settembre 1883 lascia Sien e parte per la Drenthe, una regione povera e suggestiva del nord dell'Olanda dove hanno lavorato in passato Mauve e van Rappard. Disegna e dipinge paesaggi e contadini. A fine anno raggiunge la famiglia a Nuenen dove il padre è stato da poco trasferito. Per quasi due anni, dal Dicembre 1883 al Novembre 1885 resta nella cittadina del Brabante. Lavora con entusiasmo e grande impegno dedicandosi al paesaggio ma soprattutto alla pittura di figura: contadini, artigiani, cercando di rappresentare in maniera incisiva i vari tipi di lavoratori. Le sue preferenze in campo artistico oltre a Millet, Breton, vanno alla scuola di Barbizon e a Delacroix di cui apprezza le teorie sull'uso dei colori. Due visite al Rijksmuseum di Amsterdam, appena aperto, lo convincono che in Franz Hals e in Rembrandt sono i precedenti storici naturali delle sue scelte cromatiche e tecniche. Tra il Novembre 1885 e il Febbraio 1886 vive e lavora ad Anversa. Volendo uscire dai propri limiti di autodidatta frequenta l'Accademia di Belle Arti, studia Rubens da cui trae suggerimenti per i nuovi esperimenti di colori e resa pittorica. A inizio marzo, inatteso, raggiunge il fratello a Parigi. Nella capitale resterà sino al Febbraio 1888. All'inizio va alla scuola di Fernand Cormon. Qui incontra Toulose Lautrec e Emile Bernard di cui diviene amico fraterno. Conosce Signac, Pissarro, Gauguin. Visita i musei Louvre e Luxemburg in particolare, ma anche i mercanti d'arte e i vari Salons ufficiali e non. A Parigi dopo un avvio ancora legato al provincialismo delle esperienze olandesi, cambia integralmente tavolozza e metodo di pittura. Sulla scia dell'impressionismo e del neoimpressionismo, che Van Gogh non considera correnti diverse, usa colori chiari, sfrutta al massimo le teorie della complementarità, dipinge senza mescolare i pigmenti, accostandoli e sovrapponendoli perchè si esaltino nell' accordo o nel contrasto. Sempre a Parigi, divenuto uno de più accesi promotori del japonisme colleziona stampe giapponesi cercando di venderle e di diffonderne la conoscenza. La sua pittura si incentra su autoritratti e ritratti, vedute della città e dei sobborghi, nature morte in prevalenza di fiori. Espone, di sua iniziativa, al caffé Le Tambourin che appartiene ad Agostina Segatori, modella di Degas e altri impressionisti, che ha con lui una breve relazione; altre sue opere si vedono talvolta nella vetrina di Julien Tanguy, un negoziante di colori che rifornisce Cézanne, Pissarro, Monet, Gauguin, Anquentin, Signac, Renoir. Fa scambi con gli artisti che conosce, dando avvio con il fratello ad una raccolta d'arte contemporanea. Organizza una mostra per sé e per gli amici, cosiddetti Impressionistes du Petit Boulevard, ossia Bernard, Anquentin, Toulose Lautrec, Koning, Guillaumin, in contrapposizione agli Impressionistes du Grand Boulevard che esponevano nella galleria di Theo ossia Monet,, Sisley, Pissarro, Degas, Seurat, ecc. Partecipa con una sola opera alla esposizione che Seurat e Signac fanno al Théatre Libre d'Antoine. Nel Febbraio 1888 lascia Parigi per Arles, in questa decisione hanno un ruolo importante sia il mitico desiderio di vivere al sud, vivo in lui come in tanti artisti e poeti dell'Ottocento, sia la convinzione che la Provenza sia l'esatto equivalente dell'amato Giappone. Nei quindici mesi passati ad Arles lavora instancabilmente dedicandosi soprattutto al paesaggio e, non appena trova modelli, al ritratto. Il suo epistolario interrotto nel periodo parigino riprende con lettere, oltre che a Theo, alla sorella minore Wilhelmina (Wil) e agli amici Bernard e Gauguin con i quali vorrebbe creare un Atelier du Midi in cui lavorare tutti uniti. Convince Theo ad assicurarsi in esclusiva opere di Gauguin in cambio di assegni periodici che dovrebbero permettere all'amico di lasciare la Bretagna, dove è pieno di debiti, per Arles. Questi lo raggiunge in ottobre e per qualche tempo van Gogh si lascia convincere a sperimentare una pittura di immaginazione fatta sull'eco dei ricordi e delle impressioni mentali ma i temperamenti dei due artisti e le loro idee sono troppo differenti , la vita in comune è piena di scontri e di asperità. Il 23 Dicembre 1888 dopo una lite violente con Gauguin che ha deciso di andarsene a dormire in albergo, Van Gogh si taglia il lobo dell'orecchio e va a consegnarlo ad una prostituta che sia lui, che Gauguin conoscono. Il giorno successivo viene ricoverato in ospedale. Da quel momento iniziano le periodiche crisi di instabilità psichica che lo seguono fino alla morte. Nel periodo di Arles l'artista ha dipinto quasi 200 dipinti, 100 disegni e acquerelli e almeno 200 lettere, mostrando un interesse esclusivo per i problemi cromatici e formali. Nel Maggio 1889 lascia Arles per la vicina Saint-Rémy dove si fa ricoverare volontariamente nell'istituto di cura per alienati di Saint Paul de Mausole. Anche se in maniera discontinua per le difficoltà che come internato incontra nel lavoro e per il ripetersi degli attacchi, definiti epilettici dai medici, dipinge e disegna con intensità studiando in prevalenza il paesaggio ma non rinunciando alla pittura di figura e dando avvio a repliche di opere di Millet. Durante l'internamento a Saint-Rémy ottiene i primi consensi: viene invitato a partecipare alla mostra Les XX del Gennaio 1890 a Bruxelles e sempre in quell'anno in primavera sue opere appaiono al Salo des Indépendants a Parigi e A.Aurier scrive un buon articolo su di lui che appare sul Mercure de France. In maggio lascia Saint-Rémy prima per Parigi, dove resta tre soli giorni, poi per Auvers sur Oise. Vive in albergo ma è assistito, come medico, dal dottor Paul Ferdinand Gachet amico di alcuni pittori impressionisti e collezionista. Dipinge paesaggi e qualche ritratto. Il 27 Luglio 1890 "in tutta lucidità" come scriverà Emile Bernard a Aurier si spara al petto. Resta in vita senza perdere conoscenza e senza lamenti sino alla sera del 29 Luglio. Il fratello Theo che ha assistito alla sua agonia non gli sopravvive, si ammala gravemente dando segni di squilibrio e muore il 25 Gennaio 1891.


Per chi volesse approfondire quest'artista riportiamo di seguito i luoghi e le date dove poterlo vedere:

dal 27.11.2008
Maestros Modernos del Dibujo Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

dal 21.9.2008
Van Gogh at Night MoMA - Museum of Modern Art, New York City, NY

dal 14.3.2008
Turner to Monet National Gallery of Australia, Canberra, ACT

dal 15.2.2008
Monet to Dalí Frist Center for the Visual Arts, Nashville, TN

fino al 27.4.2008
Modern Masters from the Guggenheim Collection Guggenheim Hermitage Museum, Las Vegas, NV

fino al 18.4.2008
From Russia: French and Russian Master Paintings 1870–1925 from Moscow and St Petersburg Royal Academy of Arts, London (England)

fino al 24.2.2008
Paula Modersohn-Becker und die Kunst in Paris um 1900 Kunsthalle Bremen, Bremen

fino al 24.2.2008
All for Art! Our Great Private Collectors Share Their Works The Montreal Museum of Fine Arts - Musée des beaux-arts de Montréal, Montreal, Quebec