I maestri dell'800: Paul Cézanne
Paul Cézanne nasce ad Aix en Provence, nel 1839. Figlio di un banchiere, vive quindi in una famiglia borghese agiata economicamente. Compì gli studi classici, dove ebbe modo di stringere una profonda amicizia con Emile Zola, poi quelli di diritto, per non contrariare eccessivamente il padre, contrario alle sue aspirazioni artistiche. Attraverso il suo primo viaggio a Parigi, ebbe modo di fare esperienze sul piano artistico, infatti, incontrò Pissarro e i futuri impressionisti, ed ebbe modo di studiare attentamente Caravaggio i pittori veneti e spagnoli, da qui fu profondamente influenzato nella prima parte della sua ascesa artistica. Le sue opere degli anni 1865-70 formano quello che si usa definire come periodo “romantico”. Infatti, ritroviamo un estremo carattere personale, unito a tematiche ritenute bizzarre all’epoca, vediamo ad esempio l’erotismo e la violenza (vediamo ad esempio il quadro intitolato “Lo stupro”), e ad un uso dei colori forti, scuri, spatolati in grandi quantità sulla tela. Questo periodo va dalla formazione, avvenuta sotto il segno della cultura romantica, all’incontro con gli impressionisti cui viene presentato da Pissarro. Fino agli anni settanta, queste due correnti convivono in lui. Ad esempio nel 1872 presentò ad una mostra a Nadar due opere, Una moderna Olimpia (1872) e la Casa dell’impiccato, che addirittura sembrano uscite da mani di artisti diversi. Entrambe susciteranno la completa disapprovazione dei benpensanti dell’epoca, ma la prima lascerà sconcertati gli stessi impressionisti, anche i profondi contorni delle forme, rimandanti a Delacroix più che allo stile impressionista, sconvolgono, ma non tanto quanto il richiamo stesso, per la corporeità del colore, all’Olimpia di Manet. Tipico di questo periodo è l’utilizzo di un colore scuro, lavorato di spatola e pieno di contrasti e per quanto riguarda le tematiche, come è riscontrabile nell’Olimpia, quella erotica è spesso rappresentata. Nel periodo immediatamente successivo, Cézanne rifiutò quel tipo d’approccio verso l’arte e incominciò a formarsi per quell’artista multiforme che riuscì a diventare famoso. Nei primi anni Settanta inizia il cosiddetto periodo impressionista, quello che lo vede più legato a Pissarro con cui dipinse i quadri più belli, fuori da Parigi, ad Auvers. Qui Cézanne assimilò i principali caratteri dell’impressionismo, sotto l’influsso anche di Chardin e di Manet, che lo induce a privilegiare la natura morta. La Casa dell’impiccato (1873), è l’opera che appare la più impressionista, sia per la rappresentazione di un plein air, sia per lo stile, ma che allo stesso tempo, per l’ipnotismo con cui lascia guardare i suoi muri scalcinati e i tronchi degli alberi, così rugosi, sembra letteralmente, anti-impressionista. Cézanne riesce a trasformare questo quadro in una cosa a se stante, e già possiamo intravedere la vera natura dell’artista, al di fuori d’ogni corrente, ma anche partecipe a tutte. Vediamo come il suo studio sul colore, gli fosse stato utile per esaltare la forma in ciò che ha di volumetrico, ovvero, Cézanne tramite i colori, riusciva a dare al dipinto una sua vibrazione interna. Negli ultimi anni settanta e negli anni ottanta Cézanne entra nella fase conosciuta come “costruttiva”, caratterizzata dal proseguirsi dei suoi studi sui colori, che sfoceranno nell’uso di una tavolozza più chiara, un impasto più sottile e la continua ricerca attraverso i colori di dare un’espressione volumetrica allo spazio. Cézanne rifiutò la dissoluzione delle forme in un fascio di luce, e in questo modo seppe utilizzare in modo personale la lezione degli impressionisti, reintroducendo la linea come contorno colorato e servendosi dei toni per modellare direttamente i volumi. In questo periodo, i lavori di Cézanne sono caratterizzati da una pennellata breve e obliqua, che produceva in maniera “costruttiva” l’opera, formata con rigore geometrico da tocchi di pennello che da se stessi producevano il senso di massa. In questi anni Cézanne raggiunge una semplicità monumentale, che può sembrare quasi un arretramento rispetto alla raffinata sensibilità dell’impressionismo, ma in realtà qui l’artista cerca di scoprire la forza espressiva che scaturisce dall’opera stessa. Un’opera di questo periodo è “ I giocatori di carte” (1890); tra le cinque opere raffiguranti sempre dei giocatori di carte, prendiamo in considerazione una della tre, la più famosa, avente come protagonisti solo due personaggi. Qui Cézanne non ci vuole descrivere un semplice episodio, ma una forma. Le figure, costruite con complessi accordi di colore, hanno per dominanti colori tendenti al giallo-bruno nel giocatore di destra, e blu-violetto in quello di sinistra, toni ripresi anche nel paesaggio di sfondo. Oltre a questo, notiamo anche lo stacco costruito dalla tovaglia rossa, che da un lato divide i due giocatori, mentre dall’altro li unisce come volumi. Il tavolo, inoltre, come perno della composizione, è instabile, i giocatori non sembrano vivi, ma dei semplici manichini, e il paesaggio è estremamente confuso, tutto sembra per cadere a pezzi. Ma nell’unione, nella visione d’insieme, c’è una perfezione, dovuta proprio a una serie di equilibri tra frammenti in atto di rompersi. Il tavolo al centro e la bottiglia, sembrano dividere la scena in due parti ben distinte, occupate dai giocatori, diversi non solo nel fisico, ma anche nell’atteggiamento. Nel suo complesso il dipinto è organizzato simmetricamente per diagonali incrociate, il cui punto d’incontro coincide con la bottiglia. La luce è distribuita in maniera completamente disomogenea, atta a mostrare l’ambiente interno. Nell’ultimo periodo della sua vita, Cézanne conduce una vita di solitudine ad Aix, quasi volesse rimeditare da solo tutto il patrimonio di conoscenze accumulate negli anni precedenti. La sua tecnica forse perde la solennità, la pennellata si fa più leggera e scorrevole. La “Montagna Sainte-Victorie” (1904-06), assieme ai soggetti delle Bagnanti, diventa uno dei soggetti su cui l’artista più si esercita. Cézanne non ci propone il paesaggio qual è esattamente nella realtà, ma con una gran maestria, riesce a raffigurare i suoi processi percettivi, infatti, osservando il quadro, sembra che il nostro sguardo sia pilotato attraverso la pianura, segue le case e s’innalza fino alla vetta della montagna dalle rocce così spigolose e delineate. I paesaggi degli ultimi anni sono così, data l’influenza dell’uso dell’acquerello, a vedersi, trasparenti e come infiniti, sono gli elementi astratti del colore, della forma e del segno a conferire al quadro una sua propria logica interna, indifferente alla realtà naturale. È questo il periodo più vicino al classico, in cui Cézanne si pone come obiettivo un’arte monumentale, eterna, da museo, contrapposta a quella veloce e fondata sull’osservazione diretta. Nel 1906 fu sorpreso da un improvviso temporale mentre dipingeva all’aperto, ed a causa di ciò la sua salute peggiorò fino a portarlo alla morte, che sopraggiunse in quello stesso anno.
Per chi volesse approfondire quest'artista riportiamo di seguito i luoghi e le date dove poterlo vedere:
fino al 7.10.2007
Französische Meisterwerke des 19. Jahrhunderts aus der Sammlung des Metropolitan Museum of Art New York zu Gast in Berli Neue Nationalgalerie, Berlino
fino al 16.9.2007
De Cézanne à Picasso, chefs-d'oeuvre de la galerie Vollard Musée d'Orsay, Parigi
fino al 16.9.2007
Monet to Dalí - Modern Masters from the Cleveland Museum of Art Vancouver Art Gallery, Vancouver, British Columbia
fino al 9.9.2007
Manet to Matisse The Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, MO
fino al 9.9.2007
100 Jahre Kunsthalle Mannheim Städtische Kunsthalle Mannheim, Mannheim
dal 13.10.2007
Paula Modersohn-Becker und die Kunst in Paris um 1900 Kunsthalle Bremen, Brema
dal 19.8.2007
Die andere Sammlung. Hommage an Hildy und Ernst Beyeler Foundation Beyeler, Riehen
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