venerdì 9 marzo 2007

Arte, pittura e fumetto: Roy Lichtenstein



Nato nell'Upper East Side di Manhattan il 2 ottobre del 1923 Roy Lichtenstein cresce in una serena e tranquilla famiglia borghese. Nel 1940 segue un corso estivo di pittura presso la Art Students League tenuto da Reginald Marsh, un esponente del realismo sociale americano. Conseguita la maturità, s'iscrive alla Ohio State University, frequenta fino al '43, quando viene chiamato alle armi. Durante il servizio militare, Lichtenstein realizza su richiesta di un superiore copie ingrandite di fumetti tratti dalla rivista dell'esercito “Stars and Stripes”. Egli ricorderà in seguito che l’ordine gli parve seccante e i fumetti divertenti, ma insignificanti. Dopo un breve soggiorno in Europa, nel '46 torna negli USA e conclude gli studi presso l'università dell'Ohio, dove rimane come assistente fino al '51. In quell'anno, si trasferisce a New York con la prima moglie Isabel Wilson ed i figli David e Mitchell. Il 1960 è un anno importante per Lichtenstein: viene nominato assistente al Douglas College di Rutgers, New Jersey e qui conosce Allan Kaprow, all'epoca suo collega, grazie al quale entra in contatto con Segal, Dine e Oldenburg e con vari membri di Fluxus. Lichtenstein inizia a dedicarsi ad un'arte nuova e diversa. Scommette sul fumetto, le cui immagini fuori misura ed i cui enunciati ottusi sembravano riflettere la fiducia nel futuro della nuova classe media emersa dalla guerra. Nasce così uno dei grandi filoni di quella che proprio in quegli anni si andava delineando come arte Pop. Sono di questo periodo le ragazze in lacrime, gli oggetti domestici e i primi, significativi dipinti bellici, anch'essi tratti dai fumetti (Takka Takka, 1962). Con l'opera Art, 1962, Lichtenstein affronta il tema dei rapporti fra arte e linguaggio. L'opera si autodichiara "arte": imitando le tecniche di comunicazione dei media, Lichtenstein trasforma la parola simbolo degli ideali più alti dell'estetica in uno slogan di uso quotidiano e così pone la questione di che cosa sia realmente "arte". Nei fumetti ritrova l'oggetto casuale di Duchamp: un ready-made che egli modifica, cambiando il contesto in cui viene utilizzato. Elaborati un proprio stile ed una tecnica personalissima, Lichtenstein prosegue nel corso della sua lunga carriera a confrontarsi con l'arte e gli artisti del passato (Cézanne, Mondrian e Picasso) le cui opere erano ampiamente diffuse da riproduzioni utilizzate nei contesti più disparati. In questo continuo dialogo fra arte "alta" e arte "popolare" l'artista reinterpreta, alla luce del suo linguaggio, elementi costitutivi della tradizione artistica: da qui le serie dei Riflessi e quella dei Brushstrokes.Tra la metà degli anni ’70 e i primi anni ’80, Lichtenstein lavora sulla serie degli Still Life, mentre torna a confrontarsi con i grandi movimenti del passato, dal Futurismo al Surrealismo all’Espressionismo tedesco. Con gli Interiors degli anni ’90, l’artista riprende alcune tematiche già affrontate in precedenza. Immagini tratte dai media e dalle Pagine Gialle (bagni, camere da letto, soggiorni) caratteristici della cultura del consumo, rappresentano un tipo di realtà e sono messe a confronto con una realtà diversa, quella dell’arte rappresentata sulle pareti di quegli stessi interni. Si tratta di due livelli distinti di realtà. La sua prima personale si tiene presso la Leo Castelli Gallery nel marzo del '62. Questa è seguita a breve distanza (giugno '63) dalla prima monografica europea, tenutasi presso la Sonnabend Gallery di Parigi. Nel gennaio del '65 lo Stedelijk Museum di Amsterdam acquista per le sue collezioni il trittico bellico As I Opened Fire, pazientemente strappato a Castelli dall'allora direttore del museo olandese durante una serata rimasta leggendaria. Roy Lichtenstein entra così a far parte di quell'Olimpo dell'arte con il quale costantemente si era posto in rapporto dialettico. La sua ultima personale di rilevanza internazionale gli è stata dedicata dal Guggenheim Museum di New York nel 1994. Roy Lichtenstein si è spento a New York il 29 settembre 1997.


Per chi fosse interessato a quest'artista riportiamo di seguito i luoghi e le date dove poterlo vedere:

dal 17.6.2007
Picasso and American Art Walker Art Center, Minneapolis, MN

dal 27.5.2007
Upon an Ether Sea: Water and Ship Imagery from the MCA Collection Museum of Contemporary Art Chicago - MCA Chicago, Chicago, IL

fino al 28.5.2007
Picasso and American Art San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco, CA

fino al 20.5.2007
Roy Lichtenstein Fundación Juan March, Madrid

fino al 29.4.2007
Sixties! - Art, fashion, design, film and photography Gemeentemuseum Den Haag, Den Haag

fino al 17.3.2007
American Master Prints Alan Cristea Gallery, Londra (Inghilterra)

fino al 11.3.2007
Roy Lichtenstein Prints 1956-97 Palm Springs Art Museum, Palm Spring, CA

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao...scusa la mia domanda..visto k 6 così esperto di Lichtenstein, mi potresti dire il significato dell'opera di Lichtenstein" the gun in America"??grazie mille

Administrator ha detto...

TIME (June 21, 1968)
Roy Lichtenstein’s drawing of “The Gun in America” was the cover of the June 21, 1968 issue of TIME. Soon after the assassinations of Martin Luther King Jr. and Robert Kennedy, pop artist Lichtenstein aimed a smoking gun at readers to emphasize the urgency for gun legislation. Before the end of the year, Congress passed the Gun Control Act of 1968 that banned most interstate sales, licensed most gun dealers and barred felons, minors and the mentally ill from owning guns.

Anonimo ha detto...

Spiegazione opera dove c'è il fumetto ch dice "oh jeff i love you too but" entro le 12.00 che oggi ho l'esame