sabato 19 maggio 2007

Christo, Jeanne-Claude e l'arte di impacchettare



Christo Javacheff nasce a Gabrovo in Bulgaria il 13 giugno del 1935 da una famiglia di origini imprenditoriali, dal 1953 fino al 1956 completa gli studi all’Accademia di Belle Arti di Sofia. Nel 1956 soggiorna a Praga per sei mesi e l'anno successivo Christo completa un semestre di studio all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Nel 1958 fa il "salto di qualità" e si trasferisce a Parigi dove incontrerà Jeanne-Claude Denat de Guillebon che diverrà sua moglie nello stesso anno. Proprio di questo periodo sono le sue prime opere come i "Packages" (pacchetti) ed i "Wrapped Objects" (oggetti impacchettati). Nel 1960 nasce ,l'11 Maggio, suo figlio Cyril. Il 1961 segna l'inizio da un lato della collaborazione artistica con sua moglie Jeanne-Claude e dall'altro di due realizzazioni che diventeranno successivamente suoi "cavalli di battaglia" il "Projet d’un édifice public empaqueté" cioè il primo progetto di impacchettamento di un edificio pubblico e lo "Stacked Oil Barrels" ovvero l'accumulazione di migliaia di barili di petrolio al porto di Colonia. Nel 1962, sulla falsa riga dell'anno precedente realizza "Wall of Oil Barrels" in Rue Visconti a Parigi, installazione nella quale Christo blocca una via di Parigi con un "muro" composto da 240 barili di petrolio, l'opera viene installata di notte per via della sua illegalità e la sua durata fu molto limitata in quanto la mattina successiva la strada venne riaperta. Nel 1964 Christo e Jeanne-Claude si trasferiscono a New York. Nel 1966 realizzano "Air Package" ovvero pacco d’aria in sospensione e "Wrapped Tree" cioè albero impacchettato allo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhoven in Olanda; dello stesso anno è anche "42,390 Cubic Feet Package" esposto al Walker Art Center ed alla Scuola di Belle Arti di Minneapolis che prevedeva l'impacchettamento di circa 1200 metri cubi d’aria. Nel 1968 Christo è a Spoleto in Italia e realizza "Wrapped Fountain" (fontana impacchettata) e "Wrapped Medieval Tower" ovvero l'impacchettamento di una fontana storica e di un’antica torre medioevale in occasione del Festival dei Due Mondi; nel medesimo anno realizza "Wrapped Kunsthalle Berne" l'impacchettamento di un edificio pubblico, "5,600 Cubicmeter Package" un impacchettamento d'aria alto 85 metri realizzato su un basamento circolare del diametro di 274 metri al "Documenta 4" di Kassel ed infine il mitico "1,240 Oil Barrels Mastaba" cioè la costruzione di una mastaba composta da oltre 1200 fusti di petrolio. Nel 1969 realizza un opera, "Wrapped Coast" a Sydney in Australia, costatagli dieci anni di progettazione che prevedeva la ricopertura della scogliera australiana con 100 chilometri quadrati di tessuto anti-erosione e oltre 56,3 chilometri di funi. Molte sono le opere realizzate negli anni successivi come "Wrapped Roman Wall" ovvero il drappeggio di un tratto delle antiche mura aureliane e di una porta romana o "The Pont Neuf Wrapped" il drappeggio del più antico ed unico doppio ponte sulla Senna a Parigi realizzato con 40.876 metri quadrati di poliammide intrecciato color champagne e 13 km di funi, ma probabilmente la più importante rimane, anche per la tempistica occorsa a realizzarla, circa sette anni dal 1984 al 1991, "The Umbrellas" opera che prevedeva l'installazione di 1340 ombrelloni blu a Ibaraki sulle coste del Giappone e 1760 ombrelloni gialli su quelle della California negli Stati Uniti, ogni ombrellone era alto sei metri e aveva un diametro di 8,7 metri. Nel 1992 Christo azzarda un progetto ancor'oggi in fase di realizzazione "Over the River" ovvero la proposta di copertura, con una successione di pannelli in tessuto sostenuti da cavi d’acciaio, di un tratto di 11 chilometri del fiume Arkansas in Colorado. L'ultima opera in ordine di tempo è datata 2005 ed è "The Gates" installazione, all'interno de Central Park di New York, di un percorso pedonale segnato da 7503 “porte” poste a distanza costante da cui scendono teli colorati sospesi a due metri da terra. In definitiva Christo e Jeanne-Claude sono due artisti unici che attraverso la loro opera "svelano nascondendo", aprendo l'immaginazione dell'uomo e nascondendo o evidenziando il contenuto originale per un breve lasso di tempo. Nel periodo di durata del progetto, siti, oggetti ed edifici diventano totalmente altro da sé, assumono l'aspetto della scultura e diventano, anche in caso di manufatti noti o di isolate porzioni di natura, prodotto estetico autonomo, altra cosa rispetto a quello che sta sotto o dietro. Evidenziare nascondendo, proporre una percezione della realtà prima mai avuta, è questa in sintesi la loro arte.

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